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5 Febbraio 2012 ,

AA.VV. FRANTI – UNO SOLO POTEVA RIDERE…

2011 - Autoproduzione
[Uscita: 23/12/2011]

#  Consigliato da DISTORSIONI

“Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del Re, e Franti rise”È una breve citazione del vituperato “Cuore” di De Amicis, pane quotidiano degli scolari della mia generazione, che  con il suo connivente buonismo e conformismo d'antan, ha probabilmente contribuito a far crescere in molti di noi quella tendenza alla ribellione (o forse al ribellismo) dalla quale sono scaturite le lotte studentesche dei tardi anni '70, roba che oggi sembra preistoria, eppure è lì, dietro l'angolo e dovrebbe insegnarci qualcosa. Ma non devo divagare: la citazione serve, invece, per spiegare da dove arriva il nome del collettivo al quale questo lavoro paga un doveroso tributo. Franti, dunque, con tutto quel che un nome simile può evocare, una scelta precisa e coerente di antagonismo, a partire dalla denominazione stessa, per passare poi per la rigorosa autoproduzione, sempre vista come passaggio per l'autofinanziamento di nuovi lavori e mai come strumento di guadagno, e a scelte musicali sempre eterodosse e creative e mai legate ad un solo, limitativo, genere. Ma qualcosa di più, ancora, di un semplice gruppo musicale: come dice Marco Ciari, il loro batterista, un gruppo di amici che condividevano ideali e gusti musicali, partiti dalle aule del vecchio X Liceo Scientifico di Torino (eravamo in tanti a frequentare lo scientifico, allora, io andavo al Settimo, i ricchi andavano al GalFer, alla Crocetta, che era uno dei pochi ad avere un nome!) e sbarcati sui palchi dei centri sociali occupati, delle feste anarchiche, dei concerti auto-organizzati, sempre fuori dai circuiti ‘ufficiali’, anche quelli politici, con il loro esplosivo mix, sempre per citare Marco Ciari, di Area, Jefferson Airplane e Henry Cow, ma con dentro punk, folk, jazz.

 

E allora, grazie a Gabriele Benci e Stefano Agnini per aver messo insieme queste quindici canzoni che non meritano il limitativo appellativo di ‘cover’, visto che ognuno dei gruppi o dei solisti che hanno partecipato, senza selezioni o vincoli stilistici, come gli stessi Gabriele e Stefano tengono a precisare, ha dato del suono dei Franti un'interpretazione personale, a volte vicina all'originale, altre volte meno, ma sempre con il rispetto che questo merita. Tutto il meglio della produzione dei Franti è esposto in questa collezione, che i due estensori vogliono intendere come un regalo a loro, ma che è anche, soprattutto, un regalo a noi  che ne siamo stati sopraffatti, per la qualità del materiale e, almeno personalmente, per i ricordi che mi son tornati alla mente, quelli di una città ancora preda della Grande Fabbrica, senza la finta ‘vocazione turistica’ oggi millantata a suon di eventi, appunto, finti, ma tanto, tanto più viva. Concludo con quanto scritto da Stefano Giaccone, una delle anime dei Franti, assieme a Lalli, a commento dell'operazione: “Franti è chiunque lavora, suona, vive la musica e il vivere in uno spirito condiviso di libertà, indipendenza e battaglia. Quindi Franti è le 15 band di questo Tributo. Franti nel 2011 è questo. Franti del 1984 è nella musica e nella direzione di vita, passione di chi oggi è Franti. Mai soli. È un regalo a tutti noi e per cui dico grazie. A suivre. (Stefano Giaccone)”. Mi unisco ai ringraziamenti.

Luca Sanna
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