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31 Agosto 2020 ,

Taylor Swift Folklore

2020 - Republic Records
[Uscita: 24/07/2020]

Una premessa: se già state storcendo la bocca vedendo che Distorsioni dedica il suo spazio prezioso a un disco di Taylor Swift siete pregati di andare oltre queste prime righe. L’aggettivo che circola più frequentemente in rete in riferimento a “Folklore”, ottavo album della trentenne reginetta pop è proprio sorprendente. Probabilmente stanca di essere ricordata per la sua avvenenza fisica ha deciso che era il momento di tirar fuori gli attributi ovvero comporre ben sedici (16) canzoni che sono quanto di più distante dalle sue normali sonorità easy che le hanno permesso di raggiungere la ragguardevole cifra di 360 milioni di dollari di patrimonio personale. Un disco registrato in totale isolamento, fatto e registrato volutamente in un momento dove “niente è garantito” come dice la stessa Swift e che si propone come una delle cose più ragguardevoli di questa turbolenta annata. Se consideriamo che questa canzoni per lei sono una sorta di iniziazione, il risultato non poteva essere migliore anche se immaginiamo e temiamo unico. 63 minuti di melodie che definiremmo autunnali se non fossimo in piena estate, ci aiuta in questo anche la bellissima copertina monocromatica con tanto di nebbia che rinuncia per una volta a sfruttare le belle fattezze della Swift quasi a voler ammonire l’ascoltatore a concentrarsi soltanto sulla bellezza del contenuto, davvero ricco in questo caso. Sarebbe assurdo definire “Folklore” il suo disco migliore ma certamente è quello che le farà guadagnare una ulteriore fetta di followers anche se forse scontenterà l’universo mainstream. Determinante l’apporto in fase di produzione e composizione di Aaron Dressner dei National che ha messo la firma in ben undici tracce oltre a suonare una quantità industriale di strumenti. Con lui anche Jack Antonoff dei Bleachers che ha coprodotto il disco con Aaron e la Swift. La morbida voce di Taylor rapisce i sensi in canzoni come Cardigan, My Tears Ricochet, dalle parti della migliore Madonna, poi c’è la delicatezza delle minimali Seven e Illicit Affairs, la melodia sospesa di Epiphany e molto belle anche This Is Me Trying e August. The Last Great American Dynasty è una splendida melodia che sembra rubata dall’album di famiglia di Suzanne Vega, di livello anche il duetto con Bon Iver in Exile, una delle songs più intense dell’intera raccolta. Se pensiamo al credito riscosso in tanti anni da Lana Del Rey senza aver fatto niente di memorabile ci sembra giusto che adesso anche Taylor Swift passi alla cassa a riscuotere quanto le spetta perché questo “Folklore” merita eccome un intero ascolto, e pazienza se in tanti lo troveranno melenso e soporifero. Sebbene sia uscito da poco più di un mese e sfruttando le basse vendite del formato fisico degli ultimi anni “Folklore” è il suo settimo album che vola al numero uno nel comparto country (?!?) ed ha già superato il milione di copie acquistate, davvero sorprendente visto che di commerciale ha decisamente ben poco. Del resto, anche il suo canale ufficiale sul tubo ha quasi 40 milioni di iscritti (!). Sono tanti quindi i motivi per ritenere giusta e intelligente la scelta di Taylor Swift di mostrare il proprio “Another Side” che fortunatamente non è un suo particolare anatomico. Ma gran merito è della stessa che è riuscita a mettere in fila sedici canzoni dove sfidiamo chiunque a trovarne una sottotono. Non resta che sperare che la trentenne della Pennsylvania decida che questo nuovo corso possa regalarle grandi soddisfazioni e che in futuro saremo così fortunati da ascoltare altri capitoli di questo livello.

Voto: 8/10
Ricardo Martillos

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