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14 Gennaio 2013 , ,

Yo La Tengo FADE

2013 - Matador
[Uscita: 15/01/2013]

fadeCon questo nuovo album, “Fade”, il trio di Hoboken entra nel quarto decennio di carriera. Una carriera lunga e piena di cambiamenti. Dal post punk americano dei primi dischi all'alternative rumorista di lavori come “Electro-pura” (1995), al post-rock intimista  e raffinato di “And then nothing turned itself inside out” (2000), a mio parere un capolavoro, fino al pop di “Summer sun” (2003) o “Popular songs” (2009). Dischi sempre molto gradevoli, ma meno incisivi. “Fade” si pone a metà strada. I primi brani sono maggiormente alla ricerca della cantabilità pop, e se Ohm termina con un lungo assolo acido, non è a scapito delle melodie vocali, in questo caso a due voci. Paradigmatiche Is that enough, cantato strascicato alla Lou Reed su archi insinuanti, Well you better, ritmica soul e tastierine timide,  cantato sussurrato, oppure Paddle forward, che pure è tra le più vicine alla lezione rumorista dei Velvet Underground.

 

In questo disco l'amore per il gruppo di Reed e Cale, che gli Yo La Tengo hanno persino interpretato in un film, “I shot Andy Warhol”, di Mary Harron (1996), emerge ancora più prepotentemente che in altri, spesso mescolato con quello per il kraut rock, vedi le ritmiche semplici e ossessive di Cornelia and Jane, cantata da Georgia Hubley, o Stupid things,  debitrici di Can e Neu! (Velvet Underground più Can, i pilastri di quei generi che qualcuno chiamò new wave  e post rock...). Potremmo pensare ad una versione garage degli Stereolab, senza però la folgorazione per Piero Piccioni. Più si va avanti nell'ascolto del disco, più i brani si fanno quieti e notturni, come quelli che rendevano speciale il capolavoro del 2000, ma non altrettanto struggenti.  Il brano più interessante è la conclusiva  Before we run, dove la batteria si fa tribale e compare un notevole arrangiamento di fiati, minimale e ossessivo, in cui la parte degli ottoni potrebbe essere stata scritta di Jim O'Rourke e quella del sax baritono da Michael Nyman. In definitiva un disco piacevole ma niente di sensazionale. Gli innamorati degli Yo La Tengo non credo saranno delusi, ma un disco così non toglie né aggiunge nulla ad un onorata carriera. Diciamo che, giunti al sedicesimo album, sono un gruppo che invecchia bene. 

Voto: 6.5/10
Alfredo Sgarlato

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