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30 Giugno 2014 , ,

Lee Fields EMMA JEAN

2014 - Truth & Soul
[Uscita: 03/06/2014]

lee fields                                                       # Consigliato da Distorsioni

LEE Fields, sessantatreenne, aggiunge un altro prezioso capitolo a una discografia talmente disordinata che porta ad augurarsi che la recente ristampa da parte della Truth & Soul del primo album “Let’s Talk it Over” del 1979 sia solamente l’inizio di una operazione di recupero del vecchio materiale, essendo questo malamente sparpagliato su singoli e album stampati nel corso degli anni da mini e micro etichette. A giudicare dall’abbacinante abito sfoggiato in copertina di quel primo disco c’è da ritenersi fortunati che il cattivo gusto del cantante sia limitato alle scelte dei capi di abbigliamento e non abbia minimamente intaccato quelle musicali. Che si sono progressivamente ampliate e raffinate tanto da renderlo una figura di riferimento assoluto nel panorama attuale della musica nera. In questo nuovo album (che si avvale della presenza degli Expressions al completo e dell’aiuto di Dan Auerback) non vi è praticamente più traccia dei tentativi di emulazione di James Brown con cui il cantante si era fatto conoscere, e anche i palesi riferimenti a un certo funky in stile Blaxploitation rintracciabili nell’ album “Problems” (e in misura man mano inferiore in quelli successivi) sono stati accantonati a favore di uno approccio più classico, sobrio e aperto ad altri stili non solamente in ambito Black.  

 

lee fieldsNe è esempio calzante il primo singolo estratto da questo “Emma Jean”, una versione squisita della perla di J.J.Cale intitolata Magnolia: quella qui offerta è una versione fantastica dove tutto è perfetto, dall’interpretazione agli arrangiamenti, e l’assolo di pedal steel e slide nel finale conduce nel profondo Sud degli Stati Uniti, nei territori frequentati da Duane Allman e direttamente nei Fame Studios. Ma sembra anche uscire direttamente dallo score di un pornazzo vintage. Non è ovviamente l’unica traccia di pregio, anzi il livello qualitativo è altissimo già a partire dal secondo singolo Just Can Win che con quel suo bel basso rotolante, i cori, il lavoro di cesello svolto dai fiati e un grande B3 di ornamento apre il disco dedicato anche nel titolo all’anziana madre, per poi passare a Standing By Your Side brano che rimanda al soul più ritmato e divertente come lo intendevano Sam & Dave o gli Isley Brothers, dal groove talmente trascinante che non staranno ferme nemmeno le gambe dei tavoli. Figurarsi lelee fields nostre. Un’altra grande interpretazione riguarda In The Woods di Leon Russel, riletta qui in chiave funky-soul con ampi riferimenti al gospel per via di un uso insistente della tecnica della chiamata e risposta. E’ bellissima anche Don’t Leave Me This Way che per la sua matrice country-soul ci piace pensare omaggi in qualche modo il grande Solomon Burke, campione assoluto del genere.  Ma qui ci fermiamo per non rovinarvi il gusto di scoprire le altre canzoni che fanno di quest’ultima fatica di Lee Fields un classico instantaneo. La presenza in consolle di Thomas Brenneck è ulteriore sinonimo di garanzia.

 

Voto: 8.5/10
Roberto Remondino

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