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15 Novembre 2014

The Fifty Niners HARD TIMES

2014 - Ultra Sonic

The Fifty Niners HARD TIMESApprestandosi all’ascolto di “Hard Times”, terzo lavoro in studio dei pescaresi Fifty Niners si può già avvertire da lontano odore di sudore e passione. La scena rockabilly in generale (e quella italiana non fa certo eccezione) richiama il desiderio di lasciarsi andare, di dedicare ogni centimetro del proprio corpo ad una danza ispirata da istinti furiosi e voodoo sonoro.  E se nel nostro paese assistiamo ormai da qualche tempo ad un ritorno in auge di questo stile lo si deve anche a queste tre teste calde da palco, che danno il proprio meglio dal vivo e che ci forniscono un campionario preciso degli stilemi da festa rock and roll sotterranea.

 

Dopo “Thinkin Trippin’ Burnin’” del 2007 e “Psychorama” del 2010 i nostri inseriscono un nuovo, importante tassello all’interno della loro esperienza. “Hard Times” ampia maggiormente il campo d’espressione di Nick Alfieri, Gino Russo e Antonio Chiacchia avvicinandoli in maniera matura ai punti di riferimento come i Cramps, non rinunciando al blues ed al rock and roll dei primordi. Un’iconografia che si destreggia tra luccicanti e maestose cadillac d’annata, scheletri improvvisamente risvegliatisi da un sonno musicale che non vedono l’ora di scheggiare le propria ossa muovendosi ossessivamente in qualche club, velocità senza compromessi, voglia di divertimento allo stato puro. Ed è nettamente crampsiana My Sister Never Sleeps che racchiude l’oscurità, ma anche la sfrontatezza del boogie.

 

Rats Behind My Comb ha l’incedere delle praterie del west e altro non è che la musica d’accompagnamento del cavaliere solitario che entra in una nuova cittadina polverosa, pronto a riparare ai torti con i suoi proiettili e la sua Col.; Sometimes si rifà ai Green Day ultimo periodo mantenendo la voglia di essere potenti legandola ad un arrangiamento pop ammiccante e catchy. Per il resto, alzate il volume al massimo e provate a stare fermi con il pezzo d’apertura Crazy Guys From That Crazy Club (singolo del disco e accompagnata anche da un bel video); la title track dove la voce di “Nitro” Alfieri  è un David Lee Roth che fa bisboccia coi Black Sabbath. Rumblin’ Like a Big Bang Boogie è il rombante manifesto di una serata senza freni e senza scampo. Il disco soffre, come la maggior parte delle produzioni di genere, di un certo naturale gusto derivativo. Ed è normale per uno stile dove nessuno chiede all’ascoltatore di analizzare questa o quella scelta musicale, questo o quell’arrangiamento, questo o quel passaggio. E’ solo rock and roll. Ed alle volte è necessario.

 

Alberto Niccolai

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