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25 Febbraio 2013 ,

La Notte Dei Lunghi Coltelli MORTE A CREDITO

2013 - Black Candy/Audioglobe
[Uscita: 22/01/2013]

LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI  “Morte A Credito” Black Candy/Audioglobe Nome impegnativo per un progetto ambizioso che vede il batterista degli Zen Circus tornare alle sue origini di chitarrista e cantante. Nato ad Alghero e poi trasferitosi in Toscana inizia a suonare e cantare con vari gruppi pisani fin quando, nel 2003, entra a far parte, come batterista, degli Zen Circus.  Karim Qqru, con la complicità di Izio Orsini (sample ‘n’programming, cori,  vibrafono) e Ale Demonoid Lera (batteria), dà vita ad una multiforme creatura che affonda i suoi affilati artigli in un sostrato intriso di musica, storia, letteratura, riflessioni esistenziali (se non esistenzialiste o nichiliste), scivolando fra Camus e Celine, Dostoevskij e Nietzsche in una miscellanea di riferimenti che si espandono in uno tsunami di stili musicali che passano dall’hardcore al punk, dal teatro canzone all’elettronica. Troppo? Forse si.

 

Ad aprire il disco è La Caduta (ecco Camus), “l’urlo che precede l’urto”, insurrezione sonora che lascia presagire meraviglie che la successiva J’ai toujours eté intact de Dieu (Prevèrt electropunk) non smentisce ancora, finchè la pioggerella hardcore de La nave marcia e la strumentale apologia di un Trent Reznor non al massimo della forma di Ivan Iljc non raffreddano gli entusiasmi. Morte a credito è un “Oi” che esplode prima del tempo e purtroppo miete vittime fra innocenti timpani con un recitato dal torpore  neomelodico. Ma ecco la dolente e semplice D’isco deo che si avvale della superba interpretazione in lingua sarda dell’ottimo Diego Pani. Voce, organo e chitarra. Bellissima. Levami le mani dalla faccia ci riporta in piene atmosfere Nine Inch Nails e La notte dei lunghi coltelli evoca lo spettro di Faust’o in ambientazioni lo-fi ed è forse il brano migliore di un disco che è difficile riassumere in un confronto fra positivo e negativo. Nulla toglie o aggiunge l’anodina ghost song che chiude il lavoro. Si è puntato molto in alto, ma forse bisognava prepararsi meglio.

Voto: 6/10
Maurizio Galasso

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