Vintage Rock: Spooky Tooth Hard soul rock inglese ’60 -’70
Spooky Tooth, una band totalmente dimenticata, che in Italia non ebbe grandi credits all’epoca; ma certamente una realtà importante ed originale del rock made in UK anni 60/70. Al loro attivo una discografia abbastanza corposa e di ottima qualità, con alcune punte di eccellenza, che hanno pieno diritto di stare tra le cose migliori del rock inglese dei seventies a tinte hard ma con un cuore molto 'soul' e black. Certamente la loro storia non è caratterizzata da una aneddotica particolarmente interessante, forse è anche questo un motivo dell’oblio che ha accompagnato questa band: niente morti precoci, nessuna sindrome del 27° anno, episodi glamour particolarmente interessanti, arresti per detenzione di sostanze varie o stanze d’albergo sfasciate, solo la musica e degli ottimi musicisti protagonisti anche in altre importanti band dell’epoca. Molto complicata la storia delle varie line-up degli Spooky Tooth, che vide comunque nella prima fase elementi caratterizzanti i due tastieristi Mike Harrison, keyboards/voce solista e Gary Wright (pianista americano precocemente giunto in UK agli albori della Swinging London), ed i loro impareggiabili grintosi duetti-controcanti: molto giocate sui falsetti acuti le isteriche performances di Gary Wright, più profondo il vocalismo soul di Mike Harrison. All’inizio, 1963, Harrison militò con due garage band chiamate: The Ramrods e The VIP’S, band che sparavano un r n’ b tosto ed elettrico, nei VIP’S suonò anche un imberbe Keith Emerson, reduce dall’esperienza con Gary Farr & T. Bones (imperdibile il doppio cd della Repertoire, "The Complete VIP’S”).
Poi con l’apparire dei primi multicolori bagliori acidi all’orizzonte, ribattezzarono il gruppo ART e registrarono un disco che rimane un piccolo classico della prima psichedelia inglese: "Supernatural Fairy Tales”, con Harrison, Luther Grosvenor, chitarra, Mike Kellie alla batteria (ex Locomotive) e Greg Ridley al basso, questo sarà poco dopo il nucleo fondante degli Spooky Tooth: questo disco, prodotto da Guy Stevens, non fu un semplice esordio, ma fu un lavoro qualitativamente molto interessante, inciso per la Island nel 1967; la stragrande maggioranza delle composizioni fu della band con le cover di For What It’s Worth di Steve Stills e Come On Up dei Rascals. Nello stesso periodo gli ART, ovvero l’embrione degli Spooky Tooth, parteciparono alla registrazione del disco: "Hapshash And Coloured Coat featuring The Human Host and The Haevy Metal Kids” (Minit 1967), esperimento psichedelico ispirato dagli artisti/creativi pop Michael English e Nigel Waymouth. Nel 1968 su input di Chris Blackwell, patron della Island, si unì alla band anche il cantante/tastierista Gary Wright, naquero gli Spooky Tooth che finirono subito in studio e registrarono il loro vinile di esordio, "It’s All About”: nel disco folk, blues, ballad, riff hard rock e un afflato psichedelico sempre presente, la band alterna le sue composizioni, It Hurts You So, Love Really Changed Me, Sunshine Help Me alle cover, originalissime di Dylan (Too Much Of Nothing), Janis Ian (l’eccitante/commovente Society's Child (Baby I've Been Thinking) e J.D.Loudermilk con una micidiale Tobacco Road (davvero spiritato il duetto vocale di Gary Wright e Mike Harrison) che divenne una loro hit soprattutto dal vivo. Decisamente più pacata la sognante, elegante ballata Here I Lived So Well, composta collegialmente. Un gran bel disco prodotto da Jimmy Miller (molto attivo nel disco anche a livello compositivo) e con Glyn Jones sound engineer, che li fece conoscere ed apprezzare da un vasto pubblico. Con questa formazione registrarono nel 1969 "Spooky Two”, che rappresentò un ulteriore passo avanti: le composizioni quasi tutte di Wright si fecero più mature, con le doppie tastiere a caratterizzane il mood e la chitarra di Grosvenor a tracciare puntuti momenti solisti mai fini a se stessi; nel disco una lunga versione di Evil Woman veramente trascinante, il loro un sound in bilico tra prog e hard rock, con una notevole fantasia compositiva a dargli lustro. Davvero memorabili Waitin’ For The Wind, Feelin’ Bad, That Was Only Yesterday, Better by You, Better Than Me, composizioni pregne di un impareggiabile soul/blues/gospel mood. Chi legge vada a recuperare una copia della cd-r e impari ad apprezzarlo, ne sarà felice. Nello stesso anno Greg Ridley lasciò la band per andare a suonare con gli Humble Pie, sostituito da Andy Leigh. Il terzo LP, "Ceremony”, fu un disco sperimentale con il francese Pierre Henry, compositore, specialista del Moog e musicista elettronico, un sound lontanissimo da quello degli ST, si trattò di una specie di messa elettronica sotto forma di concept album, un flop, senz’altro il momento più basso della discografia ST, ma sorprendentemente il disco fece buone vendite negli USA.
Nel frattempo i nostri consolidarono anche la loro fama come live band e nel 1970 tornarono in studio con "The Last Puff”, senza più Wright, con Henry Mc Collough seconda chitarra, Chris Stainton al piano, Alan Spenner al basso tutti provenienti dalla Grease Band di Joe Cocker, un disco quasi tutto a base di covers di Beatles, Elton John (Son Of Your Father) Joe Cocker, David Ackles, riproposte ad altissimo livello e con grande originalità. La lunga rivisitazione, ad esempio, di I Am The Walrus dei baronetti di Liverpool è fortemente drammatica - parente stretta delle altrettanto suddette epiche rendition di Tobacco Road ed Evil Woman - con esplosioni di rock blues chitarristico ad alto tasso energetico ed un Mike Harrison che si conferma vocalist grintoso e dalla carica negroide decisamente non inferiore a quella del più conosciuto Joe Cocker, di cui (e di Peter Nichols) viene ripresa la bella soul ballad Something To Say. Il tastierista Chris Stainton dal canto suo firma la pianistica titletrack mentre del dipartito Gary Wright (e di McCracken) viene ripresa The Wrong Time, ancora hard-soul rock di altissima qualità intriso di gospel (con tanto di coro femminile) e l’incredibile vibrante voce di Mike Harrison. Un lavoro imperdibile per chi ama il rock nella sua essenza, come utilizzare al meglio la creatività di altri autori per renderla propria e fornire un prodotto perfetto. Nel frattempo il loro primo lp, nel 1971 fu ristampato con il titolo: "Tobacco Road” per il mercato USA, nella tracklist una versione di The Weight di The Band, assente nell’edizione europea. In America l’lp arrivò al 152° posto della album charts. Però nei fatti questa uscita discografica coincise con il breakup della band (Luther Grosvenor con il nickname Ariel Bender divenne un punto di forza dei grandissimi Mott The Hoople). In questo periodo Mike Harrison diede alle stampe due lp solisti: "Mike Harrison” (Island) e "Smockestack Lightning” (Island), il secondo un micidiale lavoro a base di blues e soul con una lunghissima versione dell’omonimo brano di Howlin Wolf, della partita anche i chitarristi americani Jimmy Johnson e Wayne Perkins più David Hood e Roger Hawkins alle tastiere, tutti e quattro provenienti dal prestigioso giro dei Muscle Shoal’s Sound Studios di Sheffield, Alabama. Gli ST vennero riformati nel 1973, con i due tastieristi Harrison e Wright come menti creative e il chitarrista Mick Jones, che in precedenza fu il direttore musicale del rocker francese Johnny Halliday; da questa reunion vennero fuori due lavori: "You Broke My Heart… So I Busted Your Jaw” e "Witness”, entrambi per la Island e pubblicati nel 1973, che alternavano cose buone e meno , certamente non furono all’altezza dei primi splendidi LP, da segnalare che in una delle ultime formazioni degli ST militò il grande cantante Mike Patto (Timebox, Patto, Boxer), con lui (senza Mike Harrison) registrarono "The Mirror” nel 1974, che segnò un ritorno a buoni livelli del loro sound con un rock cattivo e crudamente elettrico, con la hoarse voice di Patto grande protagonista. Fu il canto del cigno per gli ST che si sciolsero definitivamente. Grosvenor dopo i Mott suonò con gli Stealers Wheel e i Widowmaker, Kellie formò con Peter Perrett gli Only Ones ottima band punk/wave fine anni 70/primi 80; Greg Ridley suonò con gli Humble Pie in varie reincarnazioni, scomparendo nel 2003, Wright fece una sua carriera come solista e Harrison ha suonato con la Hamburg Blues Band negli anni 80 e 90. Mick Jones raccolse ricchi premi e cotillons con gli insopportabili Foreigner. Nel 1999, i nostri eroi rimisero in pista gli Spooky Tooth registrando il cd "The Cross Purpose”, che Allmusic così definisce: "not quite up to the level of the group's best”. Kellye, Harrison e Wright anche nel XXI secolo, periodicamente riuniscono la band per fare dei live tours, l’ultimo nel 2009. Due sole parole, Spooky Tooth, rock di qualità, feeling e grandi capacità tecniche: resuscitiamoli con la nostra passione per il vintage rock d’autore.
Discografia
- 1967 - Supernatural Fairy Tales (a nome ART, Island)
- 1967 - Hapshash And Coloured Coat featuring The Human Host and The Haevy Metal Kids” (a nome ART, Minit)
- 1968 - It's All About (Island Records, Ripubblicato nel 1971 in USA come Tobacco Road)
- 1969 - Spooky Two (Island)
- 1969 - Ceremony (con Pierre Henry, Island)
- 1970 - The Last Puff (Island)
- 1973 - You Broke My Heart So I Busted Your Jaw (Island)
- 1973 - Witness (Island)
- 1974 - The Mirror (Island)
- 1976 - The Best of Spooky Tooth (Island R.)
- 1999 - Cross Purpose (A&M)
- 2000 - Comic Violence (Dressed To Kill)
- 2000 - That Was Only Yesterday: An Introduction to (A&M)
- 2001 - BBC Sessions (Spitfire Records)
- 2007 - Nomad Poets: Live in Germany 2004 (Evangeline, UK)
Commenti →