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21 Gennaio 2012

Etta James Il fuoco del ‘soul’

2012

  etta james                            1938 - 2012

 

“Il 20 gennaio 2012 è morta la cantante Etta James”. Così più o meno recitano tutte le note diffuse dagli organi di stampa mondiali. Ma ciò che la notizia non può diffondere è il grande senso di perdita che la morte di un'artista simile può suscitare. Etta James è stata davvero una signora del Blues, una voce soul, un gigante della musica, tutte definizioni che oggigiorno vengono usate fin troppo spesso ed a sproposito, ma in questo caso sono assolutamente veritiere, e forse non sufficienti a spiegare la vocalità magica, potente, grezza, aggressiva, ma capace di essere anche dolce, suadente, ricca, in grado di esplorare tutta la grandezza ed al contempo la miseria dell'animo umano. Jamesetta Hawkins (questo era il suo vero nome) ha attraversato nella sua vita vicissitudini, dolori e difficoltà enormi, tali da far impallidire qualsiasi fantasioso romanzo, a malapena contraccambiati da un talento enorme. Nata alla fine degli anni trenta a Los Angeles da Dorothy, quattordicenne nera sbandata, e da padre bianco sconosciuto (lei si convinse che fosse un giocatore di biliardo che in seguitò incontrò), crebbe tra mille difficoltà accudita da svariati tutori, tra i quali spiccano le figure di “Mama Lu” e “Sarge”. Quest'ultimo, un alcolizzato violento, era solito svegliarla in piena notte e picchiarla per forzarla ad esibirsi davanti ai suo compari del tavolo da poker. Alla morte di “Mama Lu” Jamesetta si trasferì a San Francisco e lì iniziò la sua folgorante carriera. Scoperta da Johnny Otis (che le cambiò il nome d'arte in Etta James invertendo il suo nome di battesimo) per uno scherzo atroce del destino deceduto tre giorni prima di lei, divenne una reginetta del doo-wop con il trio vocale delle Creolettes (per via del loro colorito), aggiungendo alla sua formazione vocale gospel conseguita alla chiesa battista di Saint Paul a Los Angeles in tenerà età elementi del rhythm'n'blues e del soul.

 

Seguirono gli anni gloriosi sotto l'ala protettrice di Leonard Chess, che convinto delle sue enormi potenzialità le fece incidere album per le etichette sussidiarie della Chess Records Argo e Cadet: album dalle orchestrazioni ricche, con sezioni d'archi atte a mettere inevidenza il lato dolce e suadente della cantante. Sono di questo periodo i celeberrimi brani At last, Dance with me Harry, I Just want to make love to You, Sunday Kind of love, brani che quasi tutti hanno ascoltato almeno una volta, senza forse neanche sapere chi fosse a cantarli. Non paga di tutto questo, Etta James sviluppò ulteriromente il suo bagaglio stilistico, introducendo elementi rock, funk e blues classici nella sua produzione (notevole "Only a Fool " del 1973, prodotto da Gabriel Meckler, già produttore di Steppenwolf e Janis Joplin). Nonostante questi splendori, la sua vita continuò ad essere molto amara; schiava dell'eroina e degli antidolorifici, provò più volte a disintossicarsi senza successo, creando anche un forte appannamento nella sua carriera. Alla fine degli anni ottanta però la sua produzione subì un rilancio, una rinascita, che le permise di pubblicare regolarmente dischi fino al 2005. Ha collaborato con il gotha del rock e del blues, giusto per citare alcuni nomi Chuck Berry ed i Rolling Stones, per i quali aprì il loro concerto a Montreaux, ed ha accumulato innumerevoli riconoscimenti e grammys, fino all’entrata nella Hall of Fame del Rock e nella lista delle cento cantanti più influenti del secolo. Ma si sa,  il destino è beffardo e crudele, per cui alle vicissitudini di tossicodipendenza si aggiunsero gravissimi problemi di salute: prima un'infezione respiratoria da staffilococco aureo, poi la diagnosi di Alzheimer, infezioni renali ed epatiche e per ultimo la leucemia, che ha piegato definitivamente questa guerriera della musica, così fragile ma anche tenace, dura, polemica e ribelle. Non si può non provare un 'infinita tristezza per la sua scomparsa, ma fin quando potremo attingere alla sua imponente discografia e deliziarci con la sua voce profonda, potente e carica di anima (non il genere musicale, la VERA anima!) credo che tutto questo percorso sia valso a qualcosa, per Etta James e per noi ascoltatori appassionati della sua arte.


 

Vincenzo Erriquenz
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