Lou Seriol OCCITAN
La musica occitana è poco conosciuta come genere, eppure molto diffusa come ascolto: dalla Francia meridionale si è lentamente espansa in tutto il mondo così come in altri generi, contenendoli e declinandoli allo stesso momento. Gli esponenti di lusso sono i Lou Seriol, in attività dal 2000, che così come il loro genere d’adozione hanno riscoperto fedelmente le loro origini musicali all’inizio per poi amalgamare l’occitana con la patchanka, lo ska-punk e il reggae. Il loro quinto lavoro, dal titolo “Occitan”, come al solito prosegue il loro percorso personalissimo contaminato e maturato attraverso diverse esperienze artistiche e suggestioni. L’organetto di Edoardo Degiovanni sembra prendere il sopravvento (com’è giusto che sia, da tradizione) mentre le chitarre e la batteria, contrappuntati dal basso, sorreggono un’impalcatura dal respiro attuale ed internazionale, che sfrutta le sue radici folk per sgretolare poi ogni tipo di confine o paletto.
Ne è la prova il brano di chiusura, Anarchio en Occitania, sorta di rivisitazione-remake-reboot musicale di Anarchy in The UK: sembra infatti che l’unico punto comune del loro ultimo progetto sia la lingua occitana, mentre l’album procede con le partiture come di un’orchestra che esegue una musica di grande effetto, fisicamente coinvolgente. Un mondo musicale vasto e felice, con una scrittura corposa ma mai pesante, grazie all’essenza del folk (un’identità sempre rispettata attraverso una specie di etica artistica e genetica) e alla estrema duttilità degli strumenti, degli ospiti e dei loro strumenti che suonano con i Lou Seriol. Crepuscolare e colorato come una bella festa di paese.
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