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26 Marzo 2015

Roberto Scippa CANZONI D’EMERGENZA

2015 - Astral Records

Roberto Scippa CANZONI D'EMERGENZA

Era aprile del 2012 quando sulle pagine virtuali del sito Distorsioni appariva la recensione di “Vagando dentro”, di Roberto Scippa. Dopo praticamente tre anni esatti, quindi, il cantautore romano consegna alle stampe questo suo nuovo album. Accanto a questo chitarrista-cantante troviamo Fabio Ponta (basso), Matteo Bultrini (batteria), Flavio Pasquetto (chitarre e pedal steel), Matteo Portelli (tastiere), Davide Di Pascale (trombone), Paolo Scozzi (contrabbasso) e Tommaso Venanzi (violoncello).  Rispetto al già ottimo disco precedente, Scippa è ulteriormente cresciuto e ci regala un songwriting godibile, intelligente, soprattutto fresco, nel quale si libera in gran parte degli stilemi del cantautorato classico e si proietta in una dimensione più eclettica, più internazionale e più rock. Perfetta dimostrazione di tutto ciò è la fantastica Fatto per, la opener dell’intero disco, un arrangiamento sontuoso che ci fa pensare alle marcette indisponenti dei Beatles, ma anche alle melodie imprevedibili dei Mercury Rev. 

 

Nella title-track, Scippa torna alla dimensione che avevamo amato e apprezzato nel precedente album, tra Bennato e Bob Dylan, con forse un po’ più di una spruzzata di De Gregori; ma, comunque, il tutto sempre rivisitato con “una marcia in più”, con quell’afflato un po’ più pop, nel senso più arguto, nobile e accattivante del termine, che rende questa canzone un potenziale “hit” in grado di meritare davvero la giusta visibilità. A questo punto è inevitabile un parallelismo: ciascuno dei due dischi è perfettamente raffigurato dal proprio titolo. E quindi, se Vagando dentro era, come si capisce da queste due parole, un viaggio interiore, intimista, delicato, rarefatto (e con molti punti di contatto con il famoso “Viaggio” di Claudio Rocchi), queste nuove Canzoni d’emergenza riflettono l’urgente bisogno di rivelarsi al mondo con prepotenza di un artista maturo, onesto, sincero, divenuto pienamente sicuro di sé tanto nella voce, sempre presente in primo piano nel mixaggio, pulita, limpida e scolpita a chiare lettere in ogni strofa, quanto nella sua dimensione autoriale. C’è da augurarsi che l’ottuso e conservatore music-biz italiano per una volta si levi le bende dagli occhi e i tappi dalle orecchie e colga le enormi potenzialità di Scippa, per valorizzarlo come merita.

 

Alberto Sgarlato

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