Recensioni – Sloks: “HOLY MOTOR” [a cura di Giovanni Capponcelli]
Italia
Voodoo Rhythm Records (21 Settembre 2018)
“Holy Motor” degli Sloks è un piccolo monolite al rumore industriale, un totem alla supremazia della materia, dell’ingranaggio, della paura. Gli Sloks fanno sul serio (dietro la smorfia beffarda e sorridente). Questa mostruosità distorta è nata e cresciuta nei sotterranei di Torino. Si è nutrita di post punk, di rock 'n' roll, di DIY, di bad trip acidi. Ha generato una cacofonia rabbiosa ma piena di groove, psichedelica e nichilista assieme. No wave, no future. No rock. Tutto stipato nell'urgenza dell’attualità. Ivy Claudy (voce “recitante”), Peter Chopsticks (batteria), Buddy Fuzz (chitarre) picchiano come se Jon Spencer e Sonic Youth fossero stati sotto contratto per la Sun Records nei primi anni ‘50 e i CCCP avessero fatto da spalla agli MC5 nei giorni caldi della Motor City. Voto: 7,5
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