Best Coast THE ONLY PLACE
[Uscita: 15/05/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Mentre una primavera titubante è incerta se consegnarci o meno alla stagione calda, c’è chi come i Best Coast non mostra il minimo segno di esitazione, confezionando un album, il secondo, in pieno beach mood ed in perfetto tempismo. D’altronde come potrebbero nutrire dubbi, provenendo dalla rinomata patria del surf che con le sue spiaggie e le sue onde fece da sfondo all’immaginario dei Beach Boys? E proprio da quell’epoca che il duo californiano attinge a piene mani, dal vintage pop di Shangri Las, Ronettes e vari girl groups dei ’60, che furono già di ispirazione nella California degli anni ’80 per Go Go’s, Bangles e che con la stessa attitudine ‘Punk goes Pink’ rivivono nell’attuale scena di Beach Fossils, Frankie Rose, Brilliant Colors, Dum Dum Girls, e Vivian Girls con le quali hanno anche condiviso tour e batterista. O per ritornare alle nostre coste Miss Chain and the Broken Heels.
“Sto davvero cercando di crescere, sto cercando di scrollarmi di dosso le brutte abitudini e gli atteggiamenti immaturi che mi tiro dietro”, così la giovanissima Bethany Cosentino, chitarra e voce della band, ha decritto l’incipit emotivo da cui è nato “The Only Place”. Ed infatti una vena malinconica e riflessiva adombra il cielo su questo lavoro che risulta molto più curato nella produzione affidata a Jon Brion (Elliot Smith, Of Montreal, Rufus Wainwright), abbandonando certe incursioni nei territori Lo-Fi di Beat Happening e K-Records, ma meno spensierato dell’esordio di “Crazy for you” (2010). Robb Bruno alla chitarra baritona è l’altra metà dei Best Coast, mentre per le performance live si avvalgono di una sezione ritmica basso-batteria non ufficializzata. The only place è il primo singolo che ha anticipato di una settimana l’uscita dell’album, e ha tutte le credenziali per imporsi come tormentone della stagione, istantaneo e sbarazzino, con il cantato di Bethany in primo piano che si fa strada con la sua dolce voce tra chitarre janglin’ inneggiando “Why would you live anywhere else? We've got the ocean, got the babes Got the sun, we've got the waves”. Già... e chi vorrebbe vivere altrove? Anche se in questa cartolina di ostentata solarità risuona un po’ di sarcasmo, a voler sottintendere che non basta il paradiso a dare un senso alla propria esistenza.
E le preoccupazioni prendono il sopravvento in My life, nella stralunata Dreaming my life away, o How they want me to be con la voce di Cosentino sempre in evidenza sostenuta da arrangiamenti corali dal sapore retrò. No one like you rispolvera la poetica da chanteuse française, mentre l'esuberanza adolescenziale si riaccende in Why I cry, e Let’s go home, fino a concludere con Up all night, classica ballad da notte stellata. Undici tracce (13 nella versione DeLuxe) piuttosto brevi e un songwriting personale e riconoscibile, uniformano l’insieme in maniera apprezzabile per semplicità e immediatezza, pur puntando più ad un riscontro commerciale che ad una ricerca artistica, ma che ha tutte le carte per uscirne vincente in entrambi i casi. Il gruppo sembra ben determinato e sicuramente sentiremo ancora parlare di loro, ma le ambizioni di Bethany non finiscono qui: pare infatti stia promuovendo una sua linea di abbigliamento vintage per Urban Outfitters. Dopotutto non si può mica restare adolescenti per sempre. O si?
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