The Urban Folk Quartet THE ESCAPE
[Uscita: 01/05/2015]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
L'Inghilterra non finisce mai di sorprenderci. Come accade spesso, i musicisti ricamano su una trama già conosciuta, ma è il come lo fanno che conta, è l'attitudine al suono. Non vogliamo certo semplificare e banalizzare quel che accade da quelle parti, ma Inghilterra, Scozia e Irlanda sono davvero una fonte inesauribile di ritmi e melodie ed è dagli anni '60 che è così, dai tempi in cui Bert Jansch e Davey Graham inventavano un modo di suonare la chitarra acustica e Shirley Collins creava partiture bellissime per i tradizionali delle isole britanniche che andava riscoprendo nei leggendari archivi della Cecil Sharp House. A proposito, dovete assolutamente andarci: nel giro di pochi metri quadrati è accaduto di tutto. A questa incredibile freschezza si è aggiunta negli ultimi anni la forza di penetrazione del web. Anche nel caso dell'Urban Folk Quartet le cose sono andate in un modo molto semplice e diretto. Sono bastate un paio di mail per stabilire un primo contatto.
Poi si vedrà cosa potrà succedere da noi con un disco di questo livello - ora la palla è nel campo dei promoter della DNA e di Geo Music. Riuscirà lo Urban Folk Quartet a trovare un approdo accogliente anche in Italia? Vogliamo essere ottimisti, perché questi musicisti non sono soltanto bravi, ma ci propongono un modello culturale validissimo ancor oggi. Qualcosa di simile in Italia si è visto e sentito di rado. Fuori i nomi, allora! Joe Broughton (violino, chitarra, mandolino, basso); Paloma Trigas (violino, voce); Tom Chapman (cajon, tamburello, percussioni, voce), Dan Walsh (banjo, chitarra, voce). In Boat Up The River, un tradizionale non a caso sistemato in apertura, si nota un'armonia vocale a tre assolutamente perfetta. Il banjo di Dan Walsh – altra caratteristica peculiare dell'UFQ – percorre strade inedite: niente a che vedere con i luoghi comuni che questo strumento porta con sé. Potremmo indagare questo "The Escape" e indicarvi altri titoli, ma non vogliamo togliervi il piacere di scoprirli da soli. Ci limitiamo a segnalarvi lo splendido strumentale dell'ex Albion Band Joe Broughton, The Language Barrier, che chiude degnamente questo bell'album.
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