Slim Cessna's Auto Club THE COMMANDAMENTS ACCORDING TO SCAC
[Uscita: 02/09/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Attiva fin dal 1995 e di base a Denver ritorna dopo cinque anni sulle scene la Slim Cessna's Auto Club, una strana e bizzarra band che ha dato una personale rilettura del gospel e del country in chiave punk. Se si scorrono poi i titoli di alcuni dei loro precedenti lavori, “The Bloody Tenant Truth Peace” o “Jesus Let Me Down”, o si leggono i testi delle loro canzoni si scopre come l'elemento religioso sia centrale nella loro produzione. La presenza del diavolo, la lotta fra bene e male, una religiosità vissuta intensamente e a volte cupamente, come è rappresentata nel protestantesimo, sono i temi centrali: non stupirà quindi che adesso il loro nuovo disco “The Commandament According To SCAC” affronti l'argomento dei dieci comandamenti, mettendo così al centro il tema del peccato, della colpa, della salvezza, della redenzione. L'austera copertina in bianco e nero che ci mostra due mani lorde di grasso e scritte in caratteri gotici è la perfetta introduzione all'universo gotico della band capitanata da Slim Cessna. Un universo che ha non pochi riferimenti letterari: William Faulkner, Cormac McCarthy, Flannery O'Connor. Rispetto ai precedenti lavori quest'ultimo disco appare più scintillante, un po' meno cupo, le canzoni hanno un'immediatezza e un impatto forte, sprizzano un sentire rock'n'roll che prende al primo ascolto. L'originale miscela di country, blues, rock'n'roll, punk, psichedelia e gospel, anche se qui non sono presenti i caratteristici jodel di Slim, funziona perfettamente.
Così i brani, intitolati semplicemente Commandament e numerati da One a Ten, attirano malgrado la difficoltà di comprenderne i versi: come sempre i testi mancano nella confezione ed è tutt'altro che semplice coglierne il significato, anche perché il riferimento ai comandamenti non è mai diretto ma obliquo, e la piena comprensione richiederebbe una conoscenza della Bibbia che chi scrive non possiede. Basterebbero forse questi versi per comprendere almeno parte del senso del disco: «I caught the queen snake, or did the queen snake catch me?» dal terzo comandamento e «there is a hole where your heart used to be». In ogni caso il disco convince per la grande varietà delle soluzioni musicali degli arrangiamenti: si va dai tamburi selvaggi del Commandament 5 e del 7, al basso dub del 3, l'intreccio delle voci di Cessna e Mundy nel 3 e nel 9, ma anche i guizzi selvaggi della chitarra di Dwight Pentecoste e le inquietudini dell'organo di Rebecca Vera..
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