Matt Elliott THE BROKEN MAN
[Uscita: 16 /01/2012]
Personaggio dall'immenso fascino Matt Elliott. Un passato come Third Eye Foundation, un presente come autore tra i più coinvolgenti in circolazione ed un futuro come probabile mito di questo inizio millennio. Il cantautore di Bristol ritorna con un nuovo lavoro a distanza di tre anni dall'ultimo "Howling Songs". Per comprendere appieno la parabola artistica di Matt Elliott, tra le più fascinose ed emblematiche a cavallo tra due secoli, dobbiamo inevitabilmente fare un piccolo passo indietro nel tempo, esattamente al 2003, quando l'artista inglese, lasciati Third Eye Foundation, intraprende una carriera solista che lo porterà verso una vera trasformazione musicale che vedrà Elliott passare dalle distorsioni e il rumorismo post-industriale dei Third Eye Foundation ad una ricerca musicale del tutto personale fatta di un folk straniante, complesso ed ambizioso. Il punto di partenza è "The Mess We Made" (2003), che lo porterà successivamente a produrre la trilogia delle 'songs' (che verrà interamente pubblicata nel 2010 in un cofanetto di 4 cd o 7 vinili con l'aggiunta di "Failed Songs" che racchiude outtakes dei tre album) iniziata nel 2005 con "Drinking Songs", un lavoro in cui sarà già possibile notare un quasi totale abbandono dell'elettronica da parte di Elliott e dove le atmosfere inizieranno ad essere più cupe ed intimiste rispetto al disco precedente. In "Failing Songs" del 2006, l'artista metterà quasi fine alla sua trasformazione musicale eliminando ancor più l'uso dell' elettronica a favore di una scrittura che ben combina un folk di matrice europea ad elementi classici e dai sapori mediterranei.
L'ultimo capitolo di 'songs' si chiuderà con la pubblicazione di "Howling Songs" del 2008, album che suona irrequieto, rabbioso e che ripropone scampoli di imprevedibile e corrosiva elettronica. Un lavoro che non solo metterà fine alla cosiddetta trilogia ma che porta a termine un percorso individuale nel quale l'artista esprime tutto il suo malessere, in un mondo insanguinato dalle guerre e sempre più governato dalla follia umana. Una decadenza musicale che Elliott porta avanti ancora una volta in questo suo nuovo lavoro nel quale il rumore e la rabbia sembrano diminuire, lasciando spazio ad una ricerca melodica semplice e tangibile. Mixato da Yann Tiersen, "The Broken Man" si compone di sette canzoni che vedono l'artista di Bristol addentrarsi in composizioni ancora una volta inquiete e profonde, volte a scrutare il lato interiore dell'essere umano. Come un menestrello di un oscuro futuro, Matt Elliott narra di una sofferenza maledetta, tra sonorità lugubri, echi funerei e strazianti violini; l'angoscia scivola attraverso le corde della chitarra. La sua voce, ormai sempre più cupa e dolente, sembra quasi provenire dall'oltretomba. Le melodie scorrono lente e tormentate lasciando un solco indelebile nell'animo dell'ascoltatore. La sensazione di dolore è tale da stringerti il cuore. Siamo ormai al cospetto di un autore maturo, uno chansonnier del nuovo millennio, un artista che sfugge alle etichette arricchendo sempre più la sua musica di vari elementi: spagnoleggianti (Oh How We Fell, The Pain That's Yet To Come), lirico-drammatici (Dust Flesh And Bones), classici (If Anyone Tells Me...), folk dalle radici europee (This is For). "The Broken Man" è un ennesimo lavoro di Matt Elliott dalla spiccata intensità drammatica. Sarà difficile fare meglio.
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