Citizen Cain's Stewart Bell THE ANTECHAMBER OF BEING (PART 2)
[Uscita: 27/02/2017]
Inghilterra-Italia #consigliatodadistorsioni
Perlustrare e modificare i sogni come un esperto onironauta all'interno di un controllato 'lucid dream'. Stewart Bell, apprezzato tastierista dei Citizen Cain, ne è capace sin da bambino ed è ispirandosi a questa esperienza inconsueta che, due anni fa, ha messo in scena l'ambizioso primo atto dell'opera rock "The Antechamber of Being", progetto d'esordio solistico lontano dagli alfieri del neo prog d'oltremanica di inizio anni ottanta. Adesso, al termine di una propizia campagna crowdfunding, Bell rilascia il seguito dell'intrigante racconto riprendendo il viaggio nei meandri subconsci del bambino-sognatore. Gli scenari sonori, anche per questa parte seconda, sono quelli congeniali al musicista anglosassone; sette frammentati movimenti perennemente in bilico tra spigolose trame prog metal e melodiose aperture sinfonico rock caratterizzano un concept suggestivo dai tratti chimerici e ombrosi che aumenta di pathos nel crescendo del suo svolgimento.
La scelta dei vocalist di "The Antechamber of Being – pt.2" è ricaduta sulla collaudata line-up del capitolo numero uno. È il carismatico leader della Genesis tribute-band (e non solo) italiana The Watch, Simone Rossetti (foto a destra), a rivelarsi ancora mattatore di turno, impadronendosi teatralmente e per lunghi tratti del centro del proscenio indossando, con la sua identificativa timbrica gabrieliana, i panni dell'interprete principale, il sognatore. E se Bekah Mhairi Comrie, eroina della hard rock band di Edimburgo Grace & Legend, si conferma persuadente come ragazza dei sogni, al chitarrista Phil Allen - altra colonna portante dei Citizen Cain - ben si addice la figura del maestro. Convincente appare l'intero incedere della scaletta dove meritano una particolare attenzione passaggi quali Time Dilation, Intervention e l'epilogo The Probability of Improbability; da apprezzare anche un cameo di Arjen Anthony Lucassen degli olandesi Ayreon nella bonus track The Cupboard of Fear.
Stewart Bell (foto a destra) e soci appaiono in brillante forma nell'alimentare un'idea musicale particolarmente originale e articolata secondo quelli che sono i dogmi più cari del progressive rock (lunghe suite con repentini cambi di tempo, dispiego di tempi dispari e album a tema). Il secondo tassello della visionaria trilogia non delude le aspettative consolidando le positive impressioni rilasciate dal primo episodio del 2014. A risentirci quindi per il prossimo decisivo sogno di Stewart; un sogno ovviamente lucido.
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