The Unthanks DIVERSIONS VOL. 3: SONGS FROM A SHIPYARD
[Uscita: 5/11/2012]
Riecco le deliziose e infaticabili sorelle Unthanks al terzo volume di queste "Diversions", dopo il primo dedicato alle mirabili cover di Antony Hegarty e Robert Wyatt e il secondo in cui si facevano accompagnare da una banda di ottoni per interpretare canzoni del repertorio popolare dei minatori; qui Becky e Rachel rendono omaggio ai lavoratori dell’industria navale attraverso dieci cover di vari artisti e cantanti popolari. Questo disco è nato come accompagnamento a un film di Richard Fenwick, stesso titolo di questa raccolta, sulla storia e il declino dell’industria navale nel Nord Est dell’Inghilterra, le canzoni qui contenute sono state registrate durante i live che ne accompagnavano la proiezione.
Gli arrangiamenti sono ridotti all’osso, solo il piano e il violino ad accompagnare il canto, scelta quanto mai azzeccata che conferisce gravità e solennità, una quieta drammaticità percorre tutto l’album, l’accostamento all’universo proletario del lavoro richiede serietà e rispetto per quelle migliaia di uomini e donne che hanno lavorato duramente e in condizioni di pericolo e sfruttamento. Le Unthanks ci raccontano così con le loro canzoni le condizioni di lavoro, le lotte, la vita delle comunità intorno al porto e al cantiere navale, l’orgoglio per il loro lavoro, ma anche il declino di quel mondo, la modernizzazione che chiude le fabbriche e le sostituisce con musei e attività ricreative, si ascolti la bella e struggente All In A Day: «Willy, tutto in un giorno se ne sta andando via oggi. Riusciranno mai a capire la vita che si svolgeva lungo il fiume?»
Questo loro ultimo lavoro, giunto a meno di sei mesi di distanza dal precedente, ci conferma come The Unthanks siano oggi una splendida realtà del folk britannico, erede della grande stagione di Fairport Convention e Steeleye Span, interpreti e autrici molto personali, aliene da qualunque atteggiamento condiscendente e ruffiano, il riferimento a band come Mumford & Sons non è casuale, realizzano album di grande qualità e intensità emotiva. Malinconia, nostalgia, orgoglio battagliero, partecipazione umana, capacità di narrare storie ed esprimere sentimenti si ritrovano in queste canzoni e ci fanno vibrare ed emozionare. Concluderei questa recensione con qualche verso tratto da Fairfield Crane che ben delinea lo stretto rapporto che legava questi uomini al loro lavoro e alla loro comunità: «Sono nato all'ombra della gru di Fairfield, dove il fragore della sirena di un cargo. E’ stato il primo suono giunto ai miei orecchi, la mattina in cui sono nato»