Dispo/Barberos YOU VS. US US VS. YOU
[Uscita: 15/11/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
Peccato che la divisione in facciate del vinile non permetta l’ascolto dei brani mescolati anziché raggruppati nella rispettiva ragione sociale. Questo split riesce a far convergere simbioticamente le sonorità di due band e di due peculiarità musicali riuscendo magnificamente in un gioco alchemico e dinamico di incastri e stratificazioni. Ne risulta una cinematica spumeggiante e variegata, un gioco di forme ed intarsi fluidi in continuo ed armonico mutamento. Nessuna fusione ma perfetta interazione che si snoda lungo un percorso tortuoso quanto fantasioso, articolato quanto sinuoso. Esplosioni di frattali. Geometrie ed eccentricità arty. Energia dirompente e trance di contrappunti. Tutto sembra muoversi in perfetta sincronizzazione. I Dispo, precedentemente noti con il nome Dispositivoperilanciobliquodiunasferetta, avevano suonato in un tour europeo del 2010 con il gruppo Stig Noise Sound System, in cui militava il batterista Joel Murray, che nel frattempo in questi ultimi anni ha intensificato il suo progetto personale con i Barberos. L’amicizia e l’intesa inaugurata due anni prima si è voluta riprendere in un’idea di collaborazione concreta.
“You Vs Us Us Vs You” stabilisce un vero e proprio confronto-raffronto (come il riflettersi speculare di un’immagine). Un rituale di sfoggio policromatico tra i ritmi esuberanti dei Dispo, giocati su collage elaborati e creativi, funambolici quanto azzardati, e l’electro noise dei Barberos, più liquido e sfumato, più reiterato e dilatato ma ugualmente variegato, giocoso e scandito. I tre brani dei Dispo: Roberto Trilli (riadattato rispetto alla versione già uscita nell’album “Thees ees eet” del 2011) Cooling coils e Nerd Attaches riescono a mantenere un equilibrio perfetto tra limpidezza istintiva ed elementare e promiscuità di guizzi e intuizioni ritmiche. Un vaudeville delicatamente dissonante che a tratti ricorda gli Animal Collective e i Red Krayola ma anche la versione più ottimista dei Mercury Rev. Una confusione organizzata, un fluire aleatorio che lascia spazio ad arte e sperimentazione, a ripetitività e rotture impreviste e umorali di grande coinvolgimento.
Mutevole e imprevedibile, irruento e calcolato il primo brano è un alambicco brioso che sembra ritrovare sempre un saldo filo conduttore. Di sapore prog con sfumature acid-folk il secondo, fino all’ultimo vortice di libere associazioni che coniuga il math con un’evasione lounge fusion pseudo orchestrale e schizzi elettronici. Il lato Barberos è invece contrassegnato da due deliziosi ‘scarti’ dall’ultimo lavoro “OOO”. Percussioni esotiche e ritmo ferroviario -che ci ricorda tanto Kevin Ayers- in Buffalo Biffle, galoppata frenetica sospesa tra ritmi tribali e sventagliate elettroniche. La conclusiva In the Mouth of madness è apneica e futuristica, vibrante e schizoide. Dilata le atmosfere per crescere d’intensità e librarsi in una pirotecnica scoppiettante e sincopata. Quasi dodici minuti di oscillazione in diversi densità gravitazionali.
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