Ka Mate Ka Ora VIOLENCE
[Uscita: 14/12/2012]
# Consigliato da DISTORSIONI
I Ka Mate Ka Ora vengono da Pistoia e sono la creatura dei fratelli Venturini, Carlo e Stefano, che le hanno dato il battesimo nel lontano 2006. Vedono rapidamente la luce quindi due interessantissimi lavori, "Thick as the summer stars" (2009) prodotto da Kramer (Galaxie 500, Low) ed "Entertainment in slow motion" (2010), quest'ultimo per La Deambula Records del bravo Marco Campitelli (dei Marigold ndr,) pure ospite, che pagano pesanti pedaggi al genere slowcore, la vera infatuazione del gruppo toscano, per lo meno in questa loro fase di crescita. Il secondo disco vedeva la co-produzione e partecipazione di Alberto Mariotti, lo splendido creatore di Samuel Katarro e King of the Opera oltre che ospiti illustri, sempre in ambito underground locale, quali Mirko Maddaleno e Serena Altavilla (Baby Blue/Blue Willa), Wassilij Kropotkin e la splendida Elettra Capecchi (Werner). Il trio pistoiese, Carlo al basso, Stefano, chitarra e voce, Alberto Bini, batteria, si faceva notare per un suono raro da ascoltarsi fra le nostre formazioni, proponendosi con pezzi talvolta dilatati e con larghi spazi strumentali, il riferimento ideale erano i Codeine, con qualche spruzzata di psichedelia anche se non troppo marcata. Proprio al gruppo newyorchese, di recente omaggiato dalle nostre bands nella bella raccolta"I hope it shine on me" uscita per la White Birch, si rifacevano i Ka Mate e con loro anche i siciliani Gentless 3, tra i migliori esponenti di quel sound rallentato tipico di certe bands dei 90'.
Adesso i Ka Mate Ka Ora hanno spostato ancora più indietro il loro personale orologio musicale. Per lo meno è quello che è successo a me ponendo nel lettore il dischetto di quest'ultimo intrigante terzo album, con splendido artwork di Cuore di Cane, a nome "Violence". Tralasciando i significati nascosti di un titolo così impegnativo ho pensato per un attimo di avere sbagliato disco e di aver mandato in play le bonus tracks di "Darklands" degli amati Jesus & Mary Chain. Come altrimenti definire lo splendido trittico di canzoni posto all'inizio del disco? Flowers, We're finally on our down, queste due con i controcanti vocali di Carlo, e Birdy sono pezzi che lasciano meravigliati, per bellezza, ed al tempo stesso sconcertati gli abituali ascoltatori dei Ka Mate. Ho citato di proposito il secondo album dei J&MC perché qui manca soltanto il feedback mostruoso di “Psychocandy” eppoi siamo sulle stesse traiettorie musicali, pur elaborate comunque con uno spirito ed una esecuzione tipica del nuovo millennio. Un bruciante avvio di partita.
Il disco ha una produzione di tutto rispetto, frutto anche della splendida location della Marmolada (Dolomiti) dove è stato registrato: mai si era ascoltata la voce e la sei corde di Stefano così limpida e netta e per una volta la pulizia di suono non è un difetto come spesso accade. The Lobster per dire ha un gran bel suono di chitarra mentre Last words rientra più nei vecchi canoni della band contrastando quindi un po' col tono generale del disco. Jasmine's lullaby è una splendida song vocalmente molto Pink Floyd fine anni sessanta, ricorda quelle belle ballate psych di "More soundtrack". Daisies wine è gli House of Love inaciditi mentre The funeral march of the whales, gran titolo, è un altra slow song sognante che fa il pari con Dreamers of pictures, quest'ultima molto Jason Pierce oriented, con additional voice di Proxy Mary, davvero uno splendido brano, tra gli highlights del disco.
Se cercate qualcosa che assomigli al passato, ancorché recente, del gruppo dovete arrivare fino a fondo album, negli otto abbondanti minuti dello slowcore-bolero - scusate la fantasia linguistica - di Mistake song, introdotta dal piano di Stefano, che sembra ricordarci che certe sonorità non sono del tutto abbandonate. I Ka Mate Ka Ora ci hanno regalato il loro disco più bello, tra i migliori del 2012, anche se il progetto parallelo di Stefano Venturini a nome Werner si fa preferire, a mio parere, per essere più personale ed atipico nel panorama nostrano. Un plauso va sicuramente alla White Birch, l'etichetta dei fratelli Venturini, vuoi per l'ottima produzione del disco ma anche perchè sa scegliere molto bene gli artisti del proprio catalogo, vedi gli splendidi fiorentini Walking the Cow di cui vi abbiamo narrato le gesta eroiche qualche tempo fa. Da ricordare che per il prossimo tour che seguirà l'uscita del disco è stato aggiunto Lorenzo Cappelli(Lola's Dead) e la sua chitarra ad irrobustire il già potente motore dei Ka Mate Ka Ora. L'unico interrogativo che sorge spontaneo ascoltando "Violence" è se questa sarà la via definitiva al suono della band pistoiese o dobbiamo aspettarci qualcosa di più sorprendente in futuro, magari una nuova esplorazione sonora visto che talento compositivo e voglia di crescere non fanno certo difetto da queste parti. Regalatevi o procuratevi questo disco, anche con la violenza (!)
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