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4 Novembre 2012

Burt Bacharach Bacharach e (Hal) David: Genio e Classe


burt bacharach                               I N T R O

 

Quando vi ritrovate con una canzone che vi ronza in testa e ne fischiettate il motivo per tutta la giornata ma non riuscite a risalirne al titolo o all’ autore,  senza andare troppo distante provate a cercare nel catalogo di Burt Bacharach: avete buone opportunità che quella melodia provenga da lì. Ci sono canzoni e melodie che sono scolpite nel DNA dell’ umanità. Sono patrimonio di noi stessi, le abbiamo dentro fin dalla nascita,  innestate in noi con una sorta di imprinting prenatale. Sembrano più antiche del mondo stesso, come esistessero da sempre. E’ come fossero continuamente trasmesse nell’etere grazie a qualche diavoleria inventata da Nikola Tesla tanto tempo fa, oppure appese con un filo a qualche nuvola, in alto sopra alle nostre teste e ogni tanto abbiano voglia di scendere fin quaggiù a farsi fischiettare un po’. Alcune di queste sono talmente famose che in un modo o nell’altro ce ne si imbatte anche involontariamente. Chiedete a qualsiasi persona non appassionata di musica se conosce Burt Bacharach. La risposta sarà un automatico “no”; fischiettategli la melodia di Raindrops Keep Falling On My Head e la vedrete annuire con un largo sorriso,  “allora si”. Meraviglia della musica…

 

IO E BACHARACH

 

1971_burt-bacharach_lp_front_1Nel 2011 ebbi la fortuna di assistere al concerto che Burt Bacharach tenne nella fantastica cornice del Forte di Bard in Valle d’Aosta. Credo, avendo avuto modo di vedere la registrazione di un suo live trasmesso dalla BBC per la serie “Electric Proms” di pochi anni prima, che le scalette delle sue serate siano tutte piuttosto simili tra loro e ripetute chissà quante volte in carriera. Nonostante ciò, dopo tutto questo tempo traspare ancora e in modo davvero netto l’immenso amore che il Maestro rivolge alla propria musica, ai suoi capolavori, ai suoi tesori. Lo si nota quando con gesti spontanei, eleganti ma decisi guida gli stacchi e le entrate dei suoi musicisti, e quando lo si sorprende  mormorare a occhi chiusi le parti vocali dei tre (bravissimi) cantanti, tanto che pare librarsi in alto leggero, sorretto solamente dalla sublime melodia dei suoi pezzi più famosi e ancora quando, nonostante seri problemi alle anche, trova la forza per alzarsi dal seggiolino, quasi a dover domare il suo pianoforte verso i finali dei pezzi più movimentati. Mi piace immaginarlo come prigioniero felice di quel paradiso sonoro creato da lui stesso, dove il concerto non è altro che un limbo infinito dove poter continuare a perdersi in melodie perfette, sublimi  e inscalfibili dal passare inesorabile del tempo, ancora e poi ancora , sera dopo sera, concerto dopo concerto, fino alla fine.

 

burt-bacharachDi incanto si parla quando si scorgono i volti attoniti degli spettatori dopo l’interpretazione di Alfie, il più struggente dei suoi pezzi, l’unica cantata interamente da lui, a 83 anni, con appena un filo di voce, lui che non è mai stato un cantante. Una versione pianoforte e voce che mette i brividi per intensità e dolcezza, una versione che ti fa venire voglia di andare ad abbracciarlo e ringraziarlo per averti  regalato uno di quei preziosi e privati momenti dove, tanta è l’intensità, ti scopri con gli occhi umidi anche senza volerlo.  Nel maggio di quest’anno Burt Bacharach e il suo paroliere degli anni d’oro Hal David hanno vinto il Premio Gershwin per la musica popolare della Biblioteca del Congresso. Nella serata tenuta in loro onore alla Casa Bianca sono state eseguite interpretazioni delle loro canzoni da parte di artisti come Stevie Wonder, Lyle Lovett, Diana Krall, Rumer, e altri. Un tenerissimo e all’ apparenza sempre più fragile Burt era seduto a fianco del presidente degli Stati Uniti ad ascoltare i suoi capolavori.

 

Barack Obama ha potuto consegnare il premio solamente a Bacharach in quanto Hal David era stato colpito da un infarto. Le sue condizioni, complicate anche dall’età avanzata, non sono più migliorate e il primo settembre ci ha lasciati. Aveva novantuno anni. Si è così divisa definitivamente una coppia di autori che all’apice della loro creatività sfornò decine di brani di una qualità talmente alta da guadagnarsi un posto d’onore tra i migliori autori pop di sempre, sullo stesso piano di Lennon e McCartney, Nat King Cole, Holland & Dozier, Jimmy Webb, Jagger & Richards, Paul Simon, Brian Wilson, George Gershwin, Irving Berlin, Lieber & Stoller, Carole King e Jerry Goffin. Troppe sovente la musica di Burt Bacharach è stata erroneamente confusa con quella di dozzinali direttori d’orchestra alla James Last e catalogata come robaccia kitsch buona forse come sottofondo in un lounge bar all’ora dell’aperitivo. La verità, credetemi, sta tutta da un’altra parte.

 


THE LOOK OF LOVE: COME SPOSARE POP E RAFFINATEZZA, DAL 1958 AL TERZO MILLENNIO

 

burt lookPer averne prova vi consiglio di impadronirvi di “The Look Of Love”, cofanetto triplo edito nel 1998 dalla mai troppo decantata Rhino. Grazie alle 75 canzoni ivi contenute avrete modo di percorrerne tutta la carriera, dagli esordi fino alla collaborazione con Elvis Costello. Dopo aver studiato violino e pianoforte ed aver fatto palestra come direttore d’orchestra al seguito di Marlene Dietrich, discograficamente Burt Bacharach nasce al Brill Building di New York, vera e propria fabbrica di successi americani. E’ in questo luogo che Burt fece la conoscenza di Hal David ed è da questo edificio situato tra la 49ma e la 53ma Strada che si fecero le ossa, tra gli altri, autori come Carole King, Neil Sedaka, Jerry Lieber, i cui brani mandarono in orbita i famosi gruppi femminili (e non solo) di fine anni ‘50 come le Shirelles, le Ronettes, le Shangri-las e le Chiffons (per approfondire affidatevi al cofanetto a forma di cappelliera intitolato  “Girls Group Sounds” sempre della Rhino, e alle produzioni di Phil Spector, non ve ne pentirete).

 

Dal 1958 e per tutti gli anni sessanta è tutto un susseguirsi  impressionante di successi e brani destinati a divenire dei veri e propri classici interpretati negli anni a seguire da decine e decine di cantanti. Iniziando dalla ultra-famosa Magic Moments e proseguendo per la magnifica Only Love Can Break Your Heart, avrete l’opportunità di scoprire che autentici capolavori come Baby It’s You, Walk On By, Close To You, Whishing And Hoping, The Look Of Love, la già citata  Raindrops Keep Falling On my Head, Anyone Who Had A Heart e I Say a Little Prayer, li avevate in testa da sempre ma non ne conoscevate l’autore. E se già lo conoscevate, questo è il modo perfetto per averli tutti assieme. Vi imbatterete nelle favolose Make It Easy On Yourself (portata al successo nel 1965 da The burt walkerWalker Brothers con un'interpretazione da brividi!), Reach Out For Me, Don’t Make Me Over e nella più bella di tutte, almeno per chi scrive: This Guy’s In Love With You. Trovo che questa canzone, più ancora che l’altro super standard The Look of Love, sia la sublimazione del “Bacharach Style”, lo zenit assoluto della sua arte, dove la teoria degli accordi sospesi trova il perfetto equilibrio con l’interpretazione di Herb Alpert (un altro non-cantante) e una melodia struggente e indimenticabile. La canzone perfetta. La meraviglia.

 

A proposito di interpretazioni, qui si è in compagnia, tra i numerosi altri, di gente del calibro di Gene Pitney, dei Drifters, della fantastica e indimenticata Dusty Springfield, di Lou Johnson e naturalmente della sua musa per antonomasia Dionne Warwick, che meriterebbe un trattato a parte. Noterete anche che gli arrangiamenti non sono praticamente mai sopra le righe, e se immaginavate un largo uso di invadenti parti orchestrali scordatevene e concentratevi sull’utilizzo della tromba (sdoganata più avanti negli anni anche da insospettabili gruppi pop-rock, in primis dagli XTC), su quello delle percussioni, del pianoforte e, ebbene sì, delle chitarre: noterete che molto spesso a suonare sono dei piccoli combo con strumentazione tradizionale, chitarra, basso, batteria e uno strumento a fiato, mentre l’utilizzo di strumenti meno tradizionali (le fisarmoniche, il fischio, la tuba, le percussioni etniche, etc.) è in funzione dell’ atmosfera che il brano vuole creare. L’orchestra, alla pari del coro, è utilizzata negli arrangiamenti in modo piuttosto parco, sovente a sottolinearne le melodie e a sostenerne le armonie. Solo raramente prende il sopravvento.

 

BACHARACH IN ROCK

 

burt reachSinonimo di genialità accompagnata da classe e buon gusto, oltreché di approfondito studio e perfetta conoscenza non solo delle tecniche del jazz e del soul, ma della musica tutta. Il cofanetto non tralascia nulla e comprende alcune canzoni che hanno fatto parte di famose colonne sonore che gli valsero Oscar e Grammy: What’s New Pussycat?, Casino Royale, Arthur’s Theme, The Blob e naturalmente Raindrops, gemme meno famose e alcuni brani tratti dagli album a proprio nome. Memorabile la colonna sonora (musiche di Bacharach, liriche di Hal David) del film del 1965 "What’s New Pussycat?"  con Peter Sellers, Peter O'Toole, Ursula Andress, Woody Allen, Romy Schneider, Capucinevi figurano l'omonimo brano cantato dal grande Tom Jones, burt easyManfred Mann in My Little Red Book, e Dionne Warwick in Here I Am.  La song  My Little Red Book sarà ripresa nel 1966 anche dai  Love, la band di rock psichedelico di Arthur Lee, a riprova di quanto già in quella decade la musica di Burt Bacharach godesse di grande fortuna anche nel mondo del rock. A proposito degli album, mi permetto di consigliarvi di mettervi in casa almeno l’accoppiata “Reach Out” e “Make It Easy On Yourself”, lasciando da parte (cosa che  opportunamente fa anche la raccolta Rhino) il periodo che va da metà anni ’70 a quasi tutti gli ‘80. Risiede infatti in questo arco di tempo il Bacharach meno ispirato e davvero sul precipizio della pacchianeria, periodo che lo ha visto separarsi, oltre che dalle mogli, dal partner artistico Hal David con tanto di cause in tribunale.

 

BURT BACHARACH ED I '90: CON ELVIS COSTELLO

 

E’ un Bacharach che però ha ancora in serbo grandi successi con brani interpretati da Christopher Cross e Patti LaBelle. Materiale di grana più grossolana, avete inteso bene. Il this_house_is_empty_nowvero colpo d’ala è però stata nel 1998 God Give Me Strenght, scritta con Elvis Costello. Una canzone (ma tutto l’album "Painted From Memory"  dello stesso anno, in coppia, è notevole) che non solo lo riportò in un lampo alla qualità indiscussa degli anni d’oro, ma che favorì l’acquisizione di un numero sempre maggiore di fan: non vi stupisca sapere che tra questi vi siano, solo per citarne alcuni, Noel Gallagher degli Oasis, Paul Weller (beh, lui non poteva mancare), Frank Zappa, Paddy McAloon (Prefab Sprout), Morrissey degli Smiths, Mike Patton, Jack White e Dr.Dre. Artisti che di sicuro non hanno fatto dell’ easy listening la loro bandiera. L’enorme influenza esercitata dal duo Bacharach/David si avverte ancora oggi ed è rintracciabile nelle composizioni di Rufus Wainwright, Adele, Antony and The Johnsons, nei bellissimi dischi della bravissima Rumer e di tutti gli artigiani della grande melodia pop.

 


hal_david“La mia canzone preferita? Alfie, sicuramente. Mi piace quello che dice e come lo dice. Il brano è stato scritto da Burt, come sempre, partendo dalle parole.
Mi ricordo un passaggio del testo: What’s is all about, Alfie, is it just for the moment we live? / Are we meant to take more than we give? (“Di cosa si tratta, Alfie, è per colpa dei tempi in cui viviamo? / Dobbiamo prendere più di quello che diamo?”). Poi Burt ha composto la musica che si è incastrata benissimo tra le parole. Io mi sono limitato a aggiungere alla fine: “What’s it all about  when you sort it out, Alfie?”.   HAL DAVID.

 

In fin dei conti, di cosa si tratta, Burt?

 

 

Discografia 

 

* Hitmaker! Burt Bacharach Plays His Hits (1965) 

* What's New Pussycat - colonna sonora (1965) 
* After the Fox - colonna sonora (1966) 
* Reach Out (1967) burt bacharach Whats_new_pussycat
* Casino royal - colonna sonora (1967) 
* On The Flip Side -colonna sonora TV (1967) 
* Make it Easy on Yourself (1969) 
* Butch Cassidy and the Sundance Kid - colonna sonora (1969) 
* Promises, Promises (1969) 
* Burt Bacharach (1971) 
* Lost Horizon - colonna sonora (1973) 
* Burt Bacharach in Concert (1974) 
* Living Together (1974) 
* Futures (1977) 
* Together? (1979) 
* Woman (1979) 
* Arthur - colonna sonora (1981) 
* Night Shift - colonna sonora (1982) 
* Arthur 2: On The Rocks - colonna sonora (1988) bacharach costello
* Burt Bacharach and Friends-The definitive    collection (1995) 
* One Amazing Night (1998) 
* Painted From Memory con Elvis Costello (1998) 

* The Look Of Love (3 CD Box, Rhino)

* Isley Meets Bacharach: Here I Am con Ronald Isley (2003) 
* At This Time (2005) 
* Burt Bacharach: Live at the Sydney Opera House with the Sydney Symphony Orchestra (Live) (2008)

* Burt Bacharach/Ronan Keating: When Ronan Met Burt   (2011)

* Burt Bacharach/Dionne Warwick: Live From the Rainbow Room (2011)

 

Roberto Remondino

Video

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