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18 Marzo 2014 ,

The Gluts WARSAW

2014 - Autoproduzione

The Gluts WARSAWTempo fa leggevamo in un blog una recensione alquanto arzigogolata sul primo prodotto di questa band milanese in cui si evinceva che il disco è essenzialmente un tentativo di imitazione dei Joy Division; capiamo ed approviamo l'analisi ma crediamo che le sabbie in cui i The Gluts si siano impantanati siano un tantino più profonde. Si parla tanto di hipsters, di questi ragazzi barbuti dall'aspetto un po' retrò che vanno in giro indossando scarpe a punta a mostrar caviglie per i navigli milanesi, beh ecco finalmente un prodotto di questa scena o moda o quello che è. Sinceramente questo disco ci sa tanto di “italiano” (e qui vorremmo citare il personaggio di Stanis della sitcom “Boris”), ovvero il tentativo di riproporre le sonorità di oltremanica/oltreoceano in maniera maccheronica. Il risultato è quasi sempre mediocre, anche perché spesso ci si ferma ad un'interpretazione essenzialmente mirata più all'estetica che altro.

 

Del disco salveremmo alcuni spunti di chitarra che sembrano interessanti, mentre l'uso eccessivo di effetti (a volte si sconfina in una simil psichedelia stoner) impasta moltissimo il suono della band e lascia emergere solo una batteria a tratti irritante, sia per l'esecuzione che per la registrazione. Ascoltando i brani contenuti in questo disco sembra che i The Gluts abbiano fatto un mischione di roba che va dallo shoegaze al grunge più sputtanato condito con vocalizzi alla Ian Curtis, il tutto contestualizzato in un movimento che fa della superficialità il proprio blasone. Tirando le somme reputiamo questo prodotto posizionabile in un target che comprenda la band stessa ed un ristretto giro di amici e conoscenti: perché un hipster dovrebbe comprare questo lp se fa più figo l'ultimo dei Wooden Shjips? Il disco è stato stampato in vinile e disponibile in digitale.

Nick Zurlo

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