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4 Dicembre 2013 ,

Platonick Dive THERAPEUTIC PORTRAIT

2013 - Black Candy / Audioglobe

platonick drive

I toscani Platonick Dive adottano la classica formula del trio chitarra/basso/batteria; la band è formata da Gabriele Centelli, Marco Figliè e Jonathan Nelli, di fatto “completati” dal tastierista Fabrizio Pagni, vero e proprio quarto membro fisso in termini di presenza sonora nell’economia della band; in questo loro nuovo album “Therapeutic Portrait” troviamo anche un trio d’archi, costituito da Giovanni Tripodi, Matteo Tripodi e Anita Salvini, rispettivamente violino, viola e violoncello. Il loro sound si snoda lungo i sentieri del post-rock, con costrutti basati su arpeggi chitarristici che ricordano i Gastr de Sol, eterei e rarefatti tappeti di tastiere e drones ritmici acustici, trattati e sintetici che si intrecciano tra loro. Le sonorità, più attuali rispetto al filone nato tra Chicago e Louisville a metà degli anni ’90, evocano però a tratti quelle di certe produzioni dell’etichetta KScope, come i North Atlantic Oscillation.

 

Essenzialità sembra essere la parola d’ordine che impera su quest’album che, pur suonato in modo eccellente, non ostenta forzosamente la tecnica. La prima traccia, Meet Me In The Forest, è l’unica che contiene delle parti vocali, eseguite da Dyami La Cha Young, recitate e filtrate attraverso effetti che infondono loro un sapore radiofonico marcatamente vintage. La successiva Youth, della quale trovate in rete anche un video molto ben realizzato (e un po’ troppo furbescamente ammiccante, suvvia!) è senza dubbio una delle tracce più incisive, mentre Trae si potrebbe forse definire più strutturata, meno volontariamente impalpabile; Wall gazing vede un ruolo decisivo giocato dal trio d’archi, che infonde al tutto un’inaspettata melodiosità in un disco che soffre di un’eccessiva omogeneità stilistica e compositiva. Al momento in cui scriviamo questa recensione i Platonick Dive si accingono ad affrontare un tour europeo che nel corso del mese di novembre li porterà a toccare numerose città europee. Le date sono visibili sul sito della band, elegante, curato e ben progettato, che merita assolutamente una visita.


 

Alberto Sgarlato

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