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6 Dicembre 2014

Gramlines COYOTE

2014 - Go Down Records

Gramlines COYOTE Un disco con un orecchio teso verso l’America e un occhio puntato verso la grafica degli anni ’70, questo “Coyote” dei Gramlines, a cominciare dal dischetto laser colorato come se fosse un vecchio 33 giri, e proseguendo con le “finte note” in copertina, che parlano di raro vinile 180 grammi. Bellissimo il disegno del coyote, che sembra quasi più un lupo mannaro, una grafica fumettistica dai colori desertici che fa pensare a Tarantino ma anche a Jodorowsky (quest’ultimo nella sua attività di disegnatore, non di regista).

 

Ma veniamo alla musica: soltanto i nomi nel booklet (Francesco Aneloni alle tastiere, Stefano Bejor alla chitarra, Francesco Campaioli, voce e chitarra, Damiano Dalle Pezze, batteria e percussioni, Alberto Pavinato al basso) ci rivelano che i cinque componenti non sono americani. Il sound è perfettamente fedele a una scuola a stelle e strisce e non soffre di alcuna forma di provincialismo tipicamente italiano, cosa ottima per una giovane band che può avere prospettive di visibilità all’estero. C’è dentro di tutto, nel calderone sapientemente cucinato dai cinque padovani, un po’ di Neil Young e un pizzico di Queens of the Stone Age, un po’ di Foo Fighters e, perché no?, anche quel tocco british dato da affinità con il Paul Weller più irrequieto e, in fondo in fondo, quei Beatles che volenti o volenti sono un po’ dentro tutti noi. Brani veloci ma melodici, ballad hard ma raffinate, un buon dosaggio di ingredienti che, alla fine, si trasforma in una personalità ben decisa e in un eccellente amalgama di influenze non immediatamente riconducibili a questo o quel riferimento. Delle quattro tracce che costituiscono questo EP il momento più alto è certamente dato da The road, un delicato arpeggio acustico tra folk e blues che d’improvviso esplode in una del tutto inaspettata maestosità ai confini del prog. 

 

Alberto Sgarlato

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