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18 Novembre 2015

Eagles of Death Metal ZIPPER DOWN

2015 - Downtown Recordings
[Uscita: 02/10/2015]

Stati Uniti

 

zipper down coverSoltanto a digitarlo su una tastiera il nome Eagles of Death Metal mette i brividi. Ormai il nome di questa band è, e sempre lo sarà, legato ai tragici attentati di Parigi del 14 Novembre quando una irruzione di terroristi nello storico teatro Le Bataclan ha portato all'uccisione di ben 89 spettatori, fra i quali Nick Alexander,  l'addetto al merchandising del gruppo. Come si può vedere dai rari filmati diffusi in rete è stata solo la prontezza di riflessi dei musicisti ad evitar loro una morte sicura. Gli Eagles of Death Metal, provenienti dal Palm Desert californiano, sono stati formati nel 1998 da Jesse Hughes e Josh Homme.

Quest'ultimo è ben noto agli appassionati di stoner e desert rock per aver dato alla luce due storiche band come Kyuss e Queens of the Stone Age. Gli EODM hanno una produzione non certo regolare visto che dal 2004 ad oggi hanno fatto uscire solo 4 album dei quali il primo "Peace, love, death metal" è quantomeno il più interessante. Josh Homme contribuisce regolarmente ai dischi in studio, dove firma con Hughes la quasi totalità dei brani. Molto spesso, anzi regolarmente, nella loro pagina ufficiale i due vengono nominati come unici membri del gruppo. Sono più sporadiche le apparizioni live di Homme (al Bataclan non era presente) visto che ha le mani in pasta in molti progetti paralleli, QOTSA su tutti.  

 

Gli EODM come ormai tutti sanno non suonano Death metal ed è strana la loro scelta iniziale di un nome così infelice e nemmeno troppo umoristico. Jesse Hughes spiega che dopo che il gruppo aveva suonato occasionalmente una cover vicino allo spirito del death metal Homme dichiarò che il sound del gruppo doveva essere un incrocio fra gli Eagles e eagles-of-death-metalil death metal, da cui la scelta del bizzarro nome. Lo stesso Hughes fra i tanti nicknames si fa chiamare "Fabolous weapon" e "The devil". Il loro sound è classico rock'n roll nella più pura accezione del termine e un disco come "Back in the Usa" degli MC5 può servire come ottima pietra di paragone. Purtroppo le intuizioni musicali degli EODM sono molto distanti qualitativamente dal quel magnifico disco al punto che possiamo definirli la creatura peggiore partorita dalla mente di Homme, forse solo un passatempo per divertirsi suonando semplice rock'n roll.

Questo "Zipper down", quarto disco in studio, dispiace dirlo in questo momento,  ma è davvero un disco modesto, con molte canzoni da dimenticare. Sull'onda dell'emozione parigina magari venderà molto ma non certo per meriti artistici. Il disco scivola via senza colpo ferire, dura circa 34 minuti, pochi ma per una volta sono bastevoli.

 

I due co-leader Hughes e Homme in questa band si fanno chiamare Boots Electric e Baby Duck e suonano una serie impressionante di strumenti. Abbiamo 11 canzoni più la cover a sorpresa di Save a prayer dei Duran Duran,  la migliore dimostrazione possibile dello spirito con cui è stato concepito il disco. Che dire delle rimanenti tracce? Sono pezzi di rock'n roll nemmeno troppo aggressivi, ben lontani da certe durezze tipiche delle altre band di Josh Homme, che però ha prodotto l'intero lavoro. Complexity e Silverlake (K.S.O.F.M.) che aprono il disco, sono fiacche canzoni che una qualsiasi college band agli esordi potrebbe suonare od aver composto. Il resto è sulla stessa (triste) linea. Poco si salva qui dentro, anche in virtù di parti vocali davvero modeste.

Proviamoci con Got the power, The deuce The reverend, posta proprio a fondo disco, l'unico episodio degno di nota e che supera la sufficienza. Forse sarebbe meglio che Josh Homme riservasse le sue energie per la sua creatura migliore, i Queens of the Stone Age, lasciando perdere questi EODM, visto il fiacco contributo compositivo ai loro dischi.

Massima solidarietà al gruppo per la tragedia che l'ha visto triste protagonista a Parigi ma allo stesso tempo non possiamo negare il basso livello di un disco simile. Zipper downè un episodio da dimenticare in fretta, da archiviare fra le delusioni del 2015.

 

Voto: 5/10
Ricardo Martillos

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