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13 Agosto 2013 ,

Rodion G.A. THE LOST TAPES

2013 - Strut/Ambassador's Reception/Future Neggets
[Uscita: 28/05/2013]

rodionRodion Ladislau Rosca ha fondato i Rodion G.A. nel 1975 in quel di Cluji, Romania, insieme a Gicu Farcas e Adrian Capraru, la band si scioglierà nel 1987 quando Rodion si ritirerà dalle scene. Durante la sua esistenza ha dovuto fare i conti col regime e la censura di Ceausescu, solo due tracce sono state pubblicate in una compilation dell'etichetta di Stato la Electrecord, per il resto qualche apparizione sulla radio e in tv e alcune esibizioni live. Soltanto nel 2012 il blogger e cineasta rumeno Luca Sorin si è messo alla ricerca delle tracce di Rodion scovando una loro esibizione televisiva del 1980, da quel momento il nome del musicista ha ricominciato a circolare anche oltreconfine, ed oggi questo “The Lost Tapes” può essere considerato il primo disco di Rodion GA. Il disco contiene brani registrati, e ora rimasterizzati, tra il 1978 e il 1985 nello studio casalingo di Rodion a Cluj: vero anticipatore e campione del DoItYourself, ha creato la sua musica elettronica con l'ausilio dei pochi mezzi a disposizione: quattro macchine Tesla, una drum machine, la Vermona - della Germania Est - un giocattolo Casio VL Tone e un piccolo organo sovietico cui ha aggiunto phaser, flanger e fuzz.

 

Musicista curioso e attento Rodion fino dalla fine degli anni sessanta ha cercato di restare in contatto con quello che accadeva in Occidente, riuscendo a mettere insieme una consistente collezione di vinili, tanto da essere soprannominato “Il re dei dischi”: questa sua vasta cultura musicale si riverbera nelle sue composizioni. Musica elettronica futurista influenzata da Kraftwerk, Pink Floyd, ma anche dal prog dei nostri Goblin; molto intrigante è l'uso dell'eco, a cui Rodion si è molto dedicato, che dà profondità spaziale e lisergica alle composizioni; la manipolazione sonora, i filtraggi, le distorsioni creano effetti sonorirodion originali e disturbanti, sviluppano un sound  dalla forte carica anarchica e liberatoria, in ogni caso una vera manna per gli appassionati dei suoni vintage. Il risultato è una grande creatività, una musica che viaggia libera e selvaggia, rumorosa e inquieta, che rielabora influenze diverse, kraut, prog, genere in cui la Romania ha una più che degna tradizione, space rock, new wave, psichedelia, folk e perfino disco. Una musica che deve essere apparsa incomprensibile e perciò sospetta ai rigidi censori di Ceausescu e che noi oggi possiamo finalmente ascoltare e apprezzare.

 

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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