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19 Aprile 2012 , ,

Spiritualized SWEET HEART SWEET LIGHT

2012 - Fat Possum/Double Six/Domino
[Uscita: 17/04/2012]

Spiritualized sweet heart sweet light# Consigliato da DISTORSIONI

Dopo tanta attesa vede finalmente la luce il nuovo album degli Spiritualized, uscita posticipata di un mese per permettere un accurato lavoro di missaggio finale. Mentre nel frattempo un breve tour inglese ha presentato in anteprima il nuovo materiale, a pacare gli animi impazienti ci ha pensato il video di Hey Jane, il primo singolo estratto, un vero e proprio cortometraggio diretto da  AG Rojas (lo stesso che ha girato Sixteen Saltiness per Jack White) per un brano di quasi 9 minuti. Per gli Spiritualized è un momento importante, giungono infatti con questo settimo lavoro, a vent’anni dal loro album di debutto e quattro dall’ultimo “Songs in A&E”. Momento particolare anche per Jason Pierce reduce da gravi problemi di salute che vicino alle estreme conseguenze, si è trovato a concepire l’album tra trattamenti chemioterapici al posto di corroboranti sostanze psicotrope come vorrebbe la leggenda.

 

Dei postumi della sbornia lisergica ai tempi degli Spacemen 3, è rimasto ben poco.  Il malessere esistenziale di quella giovane età è stato in qualche modo sublimato e oggi un Jason Pierce redento riesce a calarsi nella sofferenza della quotidianità esorcizzandola. Se il Rock’n’roll  era il diavolo, gli Spiritualized sono pura trascendenza oltre il concetto di bene e di male. Il video di Hey Jane nella sua drammaticità, e l’ariosità del brano, rappresenta benissimo questa antitesi, tra l’ineluttabile dolore dell’esistenza e l’innocenza che solo rinunciando a essere tale può alterarne le dinamiche. Un ciclo a cui l’uomo sembra condannato e a cui nessuno si sottrae. Anche la capsula orbitante di Jason Spaceman continua il suo ciclo, senza nemmeno far troppo caso al vento di revivalismo che di questi tempi potrebbe sospingergli a favore suggerendo un ritorno alle origini. Jason preferisce guardare avanti, indossata la veste talare, e imbracciata la Telecaster si prepara a dirigere la funzione.

 

Le canzoni piuttosto semplici e lineari, rispondono ai soliti tre comandamenti Gospel, Soul e Psichedelia, anche se in questo caso virate verso una soluzione molto più pop rispetto ai lavori precedenti. Da subito queste nuove composizioni fanno sfoggio di arrangiamenti orchestrali, un wall of sound degno di Phil Spector e Brian Wilson, e proprio dalla lezione di quest’ultimi prende forma il pop sinfonico che ci avvolge fin dalla intro Huh? prima di confluire in Hey Jane e proseguire con Little Girl. Si capisce che siamo i benvenuti, e questo ci mette a nostro agio. Così come in I am what I am (scritta con Dr.John) straripante di soul. Ma altrettanto evidente è il lato oscuro intrinseco delle scritture di Pierce da sempre sensibili al richiamo decadente di Velvet e Reed. La doppia faccia del satellite che solo da una prospettiva distante riusciamo a cogliere e comprendere nella sua interezza.

 

Nelle elettriche Headin’ for the top, Mary, e Get what you deserve i momenti che più ci riportano alla dimensione consueta che ci saremmo potuti aspettare. Più raccolte e carezzevoli invece le esortazioni di It’s too late, Freedom, Life is a problem o la conclusiva So long you pretty thing, cantata con la figlia undicenne. “Sweet heart, sweet light” è un disco ottimista, di rinascita interiore; se non rimpiangete troppo quel “Ladies and gentlemen we are floating in space” (Arista 1997) che fu il loro acme, e non avete più bisogno di ascoltare 'musica con cui prendere droghe per fare musica con cui prendere droghe' allora mettete il vostro culo stanco su questa navicella e lasciatevi sollevare l’anima da questo gradito ritorno.

Federico Porta

Video

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