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30 Settembre 2014

Haley Bonar LAST WAR

2014 - Graveface Records
[Uscita: 29/09/2014]

USA

haley bonarSono passati più di dieci anni da quando una giovanissima Haley Bonar, appena diciannovenne, fu ascoltata in un locale di Duluth da Alan Sparhawk dei Low, il quale ne fu immediatamente conquistato e la convinse a fare da spalla in un tour alla sua band. Da quel momento la carriera della songwriter ebbe un’improvvisa accelerazione, otto dischi pubblicati e collaborazioni soprattutto col giro di artisti che potremmo definire alt country, da Andrew Bird a Mary Lou Lord a Richard Buckner a Justin Vernon, presente anche in questo lavoro, ma questo “Last War” segna il suo debutto in Gran Bretagna e sul mercato europeo, dopo il buon riscontro avuto in patria, dove il disco è uscito a maggio per la Graveface Records. Nel frattempo ha avuto anche il tempo di diventare mamma,  di dare l’avvio ai Gramma’s Boyfriend, band dedita a una rivisitazione della no wave. Haley Bonar ha dichiarato che il disco è ispirato a “Twin Peaks”, e di quest’ultimo ha le atmosfere rarefatte e misteriose e una sottile ambiguità che pervade le tracce, soprattutto nei testi, che oscillano fra amarezza e rabbia. In un disco di una songwriter ovviamente l’elemento principale è la voce, quella della Bonar è avvolgente nel suo cantare scuro e malinconico, riflessivo e intimo.

 

haley bonarLe sue sono ballate folk intrise di una visione del mondo disincantata e disillusa, di una donna che si sente «stupid and confused», ma si considera anche una ragazza divertente, che probabilmente ha bisogno di farmaci. E nella bella melodia di Bad Reputation i versi sono significativi di una visione dell’umanità perennemente in cerca di qualcosa, di una salvezza:« I have dreams about the end of the story / there’s no explosions / there’s never any holy glory / just a bunch of people / lost and sleepy / trying to find someone». Gli arrangiamenti sono energici e complessi, l’uso dei sintetizzatori conferisce profondità e ampiezza, mentre le ipnotiche linee di basso e lahaley2 batteria regalano vigoria e carattere. Difficile scegliere fra i nove brani dato l’alto livello delle composizioni, segnaliamo comunque No Sensitive Man col suo ritmo glam, ma la voce di Haley Bonar si fa grave, del resto il testo attacca gli uomini falsamente sensibili, lupi travestiti da agnelli, che popolano l’industria musicale. Last War fa incontrare Blondie col lirismo del folk, l’acustica Eat For Free suggestiva e intima nella sua malinconia crepuscolare chiude magnificamente un album che speriamo possa contribuire a far conoscere anche da noi una voce sincera e affascinante dell’America non mainstream.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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