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14 Marzo 2014

Lucifer Big Band ATTO II

2014 - Bloody Sound Fucktory, Hysm?, Lemming, Neon Paralleli
[Uscita: 28/02/2014]

Lucifer Big Band - Atto II CoverPer chi non aveva ben messo a fuoco l’”Atto I”, (Bloody Sound Fucktory, 2012) arriva l’”Atto II” ad intorbidire le acque fetide e feniche di questo enigmatico e affascinante progetto dalla mistica sinistra: Lucifer Big Band. Che poi di ‘grande’ ha solo il talento del suo unico componente e di angelico solo il suo nome, ad esorcizzare Satana, ovvero il batterista dei The Great Saunites, Angelo Bignamini. Questo disco elabora la filosofia dell’opacità, la densità avvolgente della massa sonora che si rende duttile nella sua oscurità e impenetrabilità. E’ l’elogio alla materia musica e alla sua deità arcana tanto affascinante quanto fuggevole e ineffabile, tanto profonda quanto inestricabile, repellente, insondabile. Il disco si compone di due parti di poco più di 15’ ciascuna. E’ un caleidoscopio di sperimentazione elettronica che fluttua attraverso gravità emozionali polimorfe, capaci di richiamare i colori polverosi e caldi della terra, della ritualità, del tribalismo pagano e quelli freddi e siderei degli spazi interstellari. In questo gioco forza che si equivale e contrappone convivono fierezza e smarrimento, rivolta e disfatta, immanenza e trascendenza, lucidità e abisso. E’ una musica carica di elettricità, stratificata, distorta, pregnante. E’ un crescendo rumoristico che si ciba delle più tossiche scorie di post industriale per tessere tensione e spasmo, per attanagliare e ottenebrare, per saturare ed esasperare.

 

Lucifer Big Band - Mr LuciferUna nebulosa noise che monta disperdendosi, si propaga per propulsione, sfoderando devastazione e intensità nella bassa fedeltà, nel feedback contorto, urticante e ossessivo. L’operazione riprende l’esplorazione di avanguardia e improvvisazione dal sapore occulto che tanto ci aveva suggestionato nell’ultima collaborazione dei Saunites con Attilio Novellino “Radicalisme Mecanique” (15 gennaio 2014), se vogliamo assume i toni della divagazione ermeneutica dallo stesso manifesto espressionista che il duo sta portando avanti con sempre maggior convinzione e credibilità. Il gioco della jam psichedelica corroborata da intuizione e citazionismo illuminato, un esperimento amatoriale che precipita nel parossismo intuitivo e nel rapimento ipnotico. Un incantesimo di magnetismo ed esoterismo dal quale è difficile staccarsi. Dal planare intergalattico del primo pezzo, che finisce per ammutolire in una vertigine agorafobica (lo spaesamento androide, la straniazione, la desolazione esistenzialista che i Chameleons ci avevano raccontato nel loro sublime “Script of the bridge”, sembra di distinguere alcuni frame dell’attacco mozzafiato di Monkeyland! nda) fino a quei campanelli infernali del secondo brano che continuano a richiamarci… di notte, di giorno, ogni volta che vogliono, a chiederci l’ennesima nuova immersione.

 

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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