Indie is not an attitude - Parte 2 VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLE VERE ETICHETTE INDIPENDENTI ITALIANE
Brigadisco Records
Questa etichetta discografica è alternativa non solamente perché propone delle sonorità particolari e profondamente atipiche, selezionate con fiuto e originalità indiscutibili, ma perché tra i suoi più lodevoli intenti vi è quello di ridare dignità al supporto analogico, rivestendolo di una veste curata e ricercatissima, particolareggiandolo, facendolo tornare vero e proprio oggetto di culto per appassionati
e per esteti dell’immagine. Brigadisco riporta ai contenuti artistici ed ispirati di vecchie fanzine degli anni ’70, rispolvera la cultura fumettistica e voyeuristica d’élite, dell’underground comics e del Writing.
L’etichetta nasce ad Itri (LT) nel 2008, come perfezionamento ed evoluzione in sintesi degli obiettivi già da qualche anno portati avanti dall’associazione C.A.GA. (Cineteca Atomica del Garigliano). Si tratta di un’associazione culturale che dà voce, con una serie di iniziative artistiche a tutto tondo, ad espressività controcorrente, ad una tensione creativa che cerca forme comunicative atipiche e d’impatto, mettendo in evidenza una realtà territoriale suggestiva e variegata, in modo particolare nell'ambito dell'underground. Inizialmente l’associazione C.A.GA. supportava eventi come: mostre fotografiche a tema, rassegne cinematografiche, spettacoli di danza, esposizioni di fumetti, serate musicali dedicate a nuove sperimentazioni sonore etc.
Da fenomeno sotterraneo però, ben presto questo gruppo di ragazzi è riuscito a dare fermento e vitalità ad una voglia latente di emergere e di imporsi all’attenzione come autentico e ben riuscito esperimento di controcultura. Molte rappresentazioni sono diventate appuntamenti ciclici attesi e di richiamo, il meraviglioso Castello di Itri è stata una delle cornici più suggestive per offrire una location d'impatto alle performances messe in atto già dal 2004. Al momento si ricordano la manifestazione Cinema al Castello e il festival Mu.Vi.Ment.S che quest’anno sono giunti alla settima edizione e il One man Act. Tra le iniziative storiche e di gran successo si ricordano anche le sei edizioni del Transhumanz (2003-2008).
L’idea iniziale che ha fatto nascere lo studio di registrazione Brigastudio, è stata quella di voler accompagnare le varie iniziative svolte dando spazio a delle band, per mettere in atto, in concomitanza con l’esclusività dell’evento stesso, un loro brano inedito ed estemporaneo, offrendo al contempo la concreta possibilità di dare memoria all’esperimento. Agli inizi del 2011 lo studio di registrazione Brigastudio ha cambiato sede, diventando il mitico Brigadisco's Cave, coronando così il sogno della casa discografica di avere un vero e proprio covo/rifugio dove poter portare avanti in tutta libertà la propria sovversiva attività di brigantaggio votata alla valorizzazione di un sotterraneo patrimonio arty, di un manifesto coraggioso e rivoluzionario, ardito e spiazzante, multiforme, outsider, irregolare, dissennato, fantasioso e ispirato.
BRIGADISCO, un catalogo da ascoltare e da sfogliare!
Alla fine del 2008 esce così la prima compilation su CD di 17 brani inediti frizzanti quanto eterogenei "Poliuretano", elaborata con il supporto tecnico del fonico Fabio La Rocca. Si tratta per lo più di registrazioni di inediti eseguite presso il Brigastudio e due live al Museo del Brigantaggio e Castello di Itri. Altro tratto distintivo della compilation n.1 è l’inizio della preziosa collaborazione con il fumettista Rocco Lombardi, noto iniziatore della punk 'zine Lamette. Nasce quindi l’immagine della Brigadisco stessa, rappresentata dal Brigante Nucleare (parodia fumettistica della fusione d'intenti tra Brigastudio e C.A.GA) che farà capolino in tutte le uscite annuali della label: l’ultima è la numero tre "Ulula" (Aprile 2011). Tra le partecipazioni assolutamente più rivelanti nell’ambito delle tre compilation finora editate vanno senz’altro menzionati gli anconetani Lush Rimbaud, R.U.N.I., la band sud pontina Ava Kant, Aidoru, Talibam!, Mattia Coletti e Luca Venitucci. Il romano Luca Venitucci, da buon affezionato e sostenitore delle iniziative di Brigadisco, ha presentato il suo nuovo disco, interamente prodotto e registrato da Brigadisco, in anteprima il 29 dicembre p.v., nell'ambito del festival Mu.Vi.Ment.S. L'uscita del suo lavoro è prevista per gennaio 2012, la veste grafica del disco sarà invece -in via eccezionale- delegata alla danzatrice e fotografa romana Samanta Marenzi, carissima e stimata conoscenza dell'artista.
Da segnalare sono inoltre le due ultimissime uscite di due interessantissimi lavori sempre a firme multiple, come ormai consolidata tradizione collaborativa della Brigadisco, che tende ad ampliare ed integrare svariati campi di interesse: "Don Vito/Bogong in Action", split vinile 7", (Brigadisco, Lemming Records, Tremor Panda No-Fi, Whosbrain Records, Hum Hanf Eat Her, Hysm, Novembre 2011) e Cani Sciorrì "Parte III" in vinile 12" +CD (Brigadisco, Escape from Today, Sonatine, Tanto di Cappello, El Paso, Smartz). Tra le tante iniziative sostenute dalla casa discografica vanno infine menzionate, sempre in collaborazione con Lamette Comics, le pubblicazioni "Non senza mano cattiva" (Febbraio 2011) libroquadrotto di 24 pagine, illustrato da Rocco Lombardi ed in edizione limitata a 200 copie e due volumi curati da Simone Lucciola dal titolo "Guida al frastuono più atroce", in cui vari fumettisti italiani tentano di raccontare a loro modo il rock (vol. 1/2009 & vol. 2/2010).
Tetuan - "Tela" (I dischi del Minollo, Timpan, Brigadisco, Only Fucking noise, Release 1 Gennaio 2011)
Il disco di esordio di questo trio marchigiano ha un suono granitico e a tratti oscuro e ossessivo. Ci vogliono senz'altro più ascolti per poterlo assimilare e per entrare nel claustrofobico intreccio di noise e math rock in cui la ripetitività e le ritmiche asimmetriche e opprimenti finiscono per trovare un'armonia contagiosa e ammaliante, trascinando in un vortice inquietante quanto affascinante e irresistibile.
Sperimentazioni insolite ma ben costruite nella loro complessità, in tutte le sette tracce si finisce per seguire un percorso preciso fatto di vuoti rarefatti, preludi di attesa e di un certo sibilante senso di spleen decadente, roboanti crescendi che sembrano esplosione di malesseri incontenibili o vie di fuga immaginifiche in cui l'uso di dissonanze e tocchi di insolita fantasia, appaiono come vibranti e pulsanti squarci di luce nelle tenebre, voglia di imporsi sopra le tinte fosche di un manto grigio che a tratti rende tutto ovattato e deforme, ma poi finisce per incanalare la tensione nervosa accumulata verso un'energia che diventa incontenibile e al tempo stesso contaminante.
Una lezione di avanguardia inaspettata e un piglio sicuro nel dosaggio strumentale che lasciano piacevolmente convinti che si tratti di un esordio promettente per questa band fermana. La Chambre è contraddistinta da una progressione legnosa e martellante e da tocchi aspri e abrasivi, ad effetto la voce che passa da un sussurro sparuto ad un grido rabbioso e aggressivo sostenuta da un vorticoso rullante di batteria. Dylan dog è un dialogo acido tra basso e chitarra smorzato da metronomici tocchi ai piatti fino ad una degenerazione esplosiva quanto travolgente.
Atmosfere oniriche e minimali in Omega, ricadute slow in Apolide. La tregua è uno dei pezzi meglio costruiti che riporta alle sonorità post-rock degli Slint. Sicuramente fruitori insaziabili della musica proveniente da Pittsburgh (Don Caballero) e dalla costa occidentale degli Stati Uniti (gli Shellac di Steve Albini), i Tetuan propongono con questo lavoro una "Tela" originalissima che può essere letta da diverse angolazioni. Un abbozzo etereo destinato ad essere riveduto e corretto, minimalismo esistenzialista, magma visionario e primordiale che prende forma nell'afflato di vibrazioni caotiche e contrastanti, materia grezza e incolore che si anima di vita e si plasma con impeti emozionali. Da segnalare poi, per la compilation n.3 della Brigadisco "Ulula" (Aprile 2011), il loro pezzo Delta del Niger, con un basso cavernoso e una batteria sincopata, una tensione opprimente e un dilagare catartico di ritmi e power chord che trascina inesorabilmente verso un fragore intenso e liberatorio.
Lo sbocco di un fiume come conato estremo di apertura, rottura di ogni costrizione e fuoriuscita inarrestabile di tensioni emotive. Passaggio in un tunnel oscuro, proiezione nell'ossessione alienante di un incubo, fusione artaudiana di ogni forma rappresentativa per arrivare ad un approdo sofferto che lascia inevitabilmente spossati e destabilizzati. Certamente sonorità non accessibili a tutti i palati ma in grado di soddisfare ampiamente e rendersi più che interessanti per gli estimatori del genere.
Musica da Cucina/Above the tree - "s/t" (Musica per Organi Caldi, Peolpefromthemountains, Brigadisco, Boring Machines, Marinaio Gaio, Uaooo!!!, Lotar, Shipwreck, Dicembre 2009)
Un disco oramai introvabile ma che non poteva assolutamente esser taciuto per meglio inquadrare le caratteristiche stilistiche a cui Brigadisco ha aderito fin dai suoi esordi, uscita numero nove in tiratura limitata a 500 copie per il vinile 12" che, dopo lunga ed insistente contrattazione, sono riuscita ad ottenere. Registrato nella meravigliosa atmosfera senza tempo del Castello Medievale di Itri e mixato nel primo Brigastudio di Itri con la supervisione di Fabio La Rocca.
E' forse uno dei lavori più rappresentativi e più strettamente ed affettivamente appartenenti alla progettualità e alle finalità della label. Non ha un titolo, ha solo un meraviglioso scratch board del magistrale Rocco Lombardi che parla più di ogni parola possibile, si tratta di uno split tra Above the Tree e Musica da Cucina, due realtà che sono cresciute e maturate nel tempo e che godono di un'ampia considerazione critica e che con i rispettivi ultimi lavori (quello di "Musica da Cucina -s/t-" per Long Song Records è del 17 Novembre 2011, per Above the Tree a gennaio 2012, per la bolognese Locomotiv Records Wild, uscirà una sua collaborazione con Matteo Sideri e a marzo 2012, con Miacameretta una musicassetta di materiale inedito) hanno dimostrato la raffinatezza e l'originalità delle loro doti musicali. Qui contribuiscono con due facciate equamente divise che accolgono cinque brani per Above the Tree e due suite per Musica da Cucina.
L'incanto che rende unico questo lavoro e che accomuna le differenti particolarità delle due realtà artistiche è sicuramente l'acustica offerta dal luogo, la palpabile e surreale atmosfera di misticismo e misterioso incanto. Un riverbero che tra luci ed ombre, rintocchi e rarefatti silenzi, trasporta fuori dal tempo per assorbirci completamente nel fluire ipnotico delle note. Magia. L'arpeggio della chitarra acustica di Marco Bernacchia, sigla Above the Tree, ha la forza evocatrice di un madrigale romantico dei tempi dell'accademia dell'Arcadia e nello stesso tempo induce in una sospensione marziale e aliena che è quasi una poetica contemporanea e intimistica dello smarrimento, di un ritrovato stupore, di una riscoperta atavica di radici nascoste.
In Bluesz il blues minimale richiama sentori di musica popolare nel canto cupo e nelle interferenze noise ricavate da marchingegni inusuali. Una voce disturbata, echi e tocchi chitarristici intervallati, rendono molto bene l'essenza di Silent Song (Castle Version), rimodellata appositamente per la cornice del Castello. A!O!O! ha una costruzione enigmatica e ardita almeno quanto il suo titolo, Black Seahorse ci riporta ad un weird folk che si snoda in un'ambigua versatilità tra barocco e androide futuristico.
Sicuramente geniale, ispirato e talentuosamente alternativo questo artista che ha dato vita ad altri progetti interessanti come M.A.Z.C.A., Gallina, Al!arm, e che dal vivo arricchisce di phatos e fiabesco lirismo le sue performance. In questo split gli strumenti improvvisati di Bernacchia entrano in sintonia perfetta e sublime con le mura del castello, il suo ego musicale stesso si libra in una interazione perfetta che è puro incanto. Musica da Cucina invece ci fa immergere in un'ambientazione irreale quanto raccolta e intima, catapultandoci in una rappresentazione tutta da seguire e da gustare fino ad un pieno coinvolgimento e partecipazione.
Una specie di sperimentazione culinaria che prevede l'impiego dei cinque sensi e il completo estatico rapimento della nostra attenzione. Risultato: una tavola imbandita di gustosi manicaretti da consumare a lume di candela in una terrazza lambita dal soffio leggero del vento e dai rassicuranti suoni dell'estroso polistrumentista Fabio Bonelli. Quella notte il castello di Itri ha aperto il suo cuore al vento,
Il vento muove appena, sono poster istantanei vibranti e trasognati di loop esoterici di massa. Un alchimista con i suoi alambicchi a servizio di un teletrasporto in paesaggi nebbiosi e torpori lisergici evocati da un clarinetto sibilante e da svariate chincaglierie gastronomiche. Terapia anestetizzante e rigenerante che attraverso la musica ci conduce alla scoperta di nuove e più profonde dimensioni ad essa liberamente accostabili. Ed aprire gli occhi diventa uno sforzo. Un disco da custodire gelosamente per appetiti fuori dalle regole, in ogni senso!
Fuzz Orchestra/Hiroshima Rocks Around, vinile 7", "Svegliati e uccidi/Catfish from hysteria" (Uscita: 10 Febbraio 2011, Brigadisco, Escape For Today)
Questo disco riporta su vinile 45 giri due tra i più sorprendenti e significativi pezzi presenti nella compilation Brigadisco n.2 "Rigadritto!" (Aprile 2010). Si tratta di un disco bianco accompagnato da una cover ancora una volta siglata da Rocco Lombardi che è letteralmente da prendere e mettere in cornice, l'unico problema è che si rimarrebbe eternamente indecisi se scegliere la facciata esterna con il brigante che cavalca il pesce gatto o quella interna con una metamorfosi che ne riassume in unica figura le due entità -nonchè le due essenze del disco stesso- in un unico inquietante personaggio! Il contenuto dei due singoli è una commistione perfetta e letteralmente esplosiva.
Fuzz Orchestra con il suo noise rock propulsivo e il tocco trasversale di psichedelia molto free e molto deviata, si contraddistingue per questa voce che sembra uscire da una radio mal sintonizzata che nel narrarci una noir story di nichilistica evasione, fa combattere in un duello all'ultimo sangue scariche di batteria e distorsioni malate di chitarra. Il crescendo è soffocante ed il muro sonoro e ridondante, scandito da echi di canti che evocano B-movies di drammi siciliani di vendetta e gelosia, conclude nel caos più opprimente. Non si fa nemmeno in tempo a riprendere fiato - per fortuna bisogna girare il disco!- che subito i romani Hiroshima Rocks Around, come a rispondere alla sfida lanciata da Milano sanguinaria, ci fanno immergere in una apnea devastante di rumorismo noise che con una forza magnetica indicibile finisce per appiccicarci contro un ostacolo sonoro insormontabile.
Quasi masochisticamente veniamo violentati da questo mostro mutante che emette insieme ad urla atroci dei mugolii irresistibili. Avanguardia rumorista e no wave assorbita a grandi dosi dalla Providence di Arab on Radar e Lightning Bolt. Tuttavia le rozze figure assurdiste, gli sgargianti colori acidi tracciati da un basso e da una batteria incontenibili quanto fantasiosi, da rantoli di un sax irriconoscibile, riescono a mitigare il parossismo a vena arty, ad incanalare l'attitudine eversiva in un metal core che è parodia ironica e scanzonata delle nostre deviazioni. Un disco che si contraddistingue per l'eccellente livello della registrazione.
Father Murphy "Brigadisco's Cave #6", Vinile 12", (Uscita: Agosto 2011, Brigadisco)
Per omaggiare la suggestione del nuovo Brigastudio Due dell'etichetta, che da inizio anno 2011 si è trasferita presso un vecchio frantoio in pietra dotato di caratteristica grotta con soffitto a volte, arrivano niente pò pò di meno che loro!
La band di Treviso in tutta la sua mesmerica e solenne presenza, regala un live prezioso e indimenticabile, una gemma che racchiude l'incanto di un raccoglimento, di un rituale d'iniziazione, di un occulto rapimento estatico. Una gemma che come tale non poteva che rivestirsi di una veste splendente, quella destinata a dare lustro e carisma al cerimoniere. Un Artwork degno dei collezionisti più raffinati, che solo in via del tutto eccezionale e come segno di totale fiducia verso Rocco Lombardi, lascia in sospeso l'estetica dell'artista americano Vinh Ngo, da sempre intimamente collegato al concept ideologico spirituale dei Father Murphy. Il disco è stato prodotto in 500 esemplari serigrafati a mano, di cui 389 copie standard con la copertina stampata in panna e 111 in edizione limitata a tre colori e vinile bianco marmorizzato rosso.
Poco più di mezz'ora di concerto (dal live del 1° Marzo 2011) per dipanare sette brani, provenienti dai loro lavori più significativi, che tuttavia si amalgamano in un ensemble compatto e ritoccato con sapienti liberi snodi estemporanei, armonizzati ed entrati in alchimia perfetta con il luogo, con il covo, con la nicchia trepidante che li ha rianimati delle suggestioni e del misticismo del momento.
Ciò che colpisce è la forza evocativa di questi suoni scurissimi e alteri che trovano nella grotta l'elemento simbiotico naturale in cui sviscerarsi. La lentezza, a tratti quasi disarmante, in cui rimangono sospesi, per poi penetrare l'essenza più profonda del nostro immaginario. Un weird doom scarno e ossessivo, poliritmia tribale e ipnotica, un cantato growl ed una carica crescente e opprimente di aspettazione aspersa come innanzi all'oracolo delle rune. Until the path is no longer ha un incedere tra il folk e il black metal e prevale l'uso di queste corde arpeggiate riverberanti e graffianti, la lugubre coralità da messa nera. Intervalli sospesi, attesa, cori mantrici, spirali oniriche come conversioni sincretiche ed occulte del sentire in So now you have to choose between my two black lungs. Libero fluire dell'inconscio, raccordo tra radici e ascesi in un'unica liquida profondità Never forget you have a choice e Hide yourself in the woods. Morbosi, trascinati, deviati in You got worry, secondo dei tre brani tratti dall'ottimo EP "No room for the weak" (Aagoo Records, Boring Machines, 2010).
Apoteosi del delirio We now pray with two hands, we now pray with true anger, ci riconsegna intatta la visionarietà e il talento del trio di reverendo Federico Zanatta alias Freddie Murphy (fondatore del Madcap Collective), Chiara Lee e il vicario Vittorio Demarin. Un cammino sofferto e sentito che si snoda lungo una costruzione lacerante e fortemente alienata che già con "...and he Told us to the to turn to the sun" (Aagoo, Boring Machines, Dicembre 2008) aveva fatto intravedere una svolta ineluttabile verso sonorità avulse da ogni ortodossia, votate ad una rivelazione concettuale dal sapore eretico, ma pur sempre perdizioni scelte consapevolmente come in una ribellione sacrificale al piattume della normalità. Intensi, anacronistici, assolutamente da conoscere per convincersi che anche in Italia l'esclusività di certe sonorità può riuscire ad attecchire.
Father Murphy/How Much wood would a woodchuck chuck if a woodchuck could chuck wood?: "Jesus/ Humpty Dumpty, vinile 7"" (Uscita: Luglio 2011, Brigadisco, Aagoo, Anant!, Boring Machines, La Delirante, Madcap Collective)
Ancora una volta un insieme di collaborazioni con etichette 'amiche', nel pieno rispetto dello stile conviviale che Brigadisco mette in atto per concretizzare le sue aspirazioni e le ambizioni fuori dalle righe. Questo split propone una cover stravolta quanto pregevole ad opera dei Father Murphy della Jesus dei Velvet Underground.
L'atmosfera sognante ed idilliaca dei VU viene soppiantata da un preludio temporalesco, la strumentazione è martellante e oscura, la voce femminile flebile e sparuta affiora come quella di un uccello palustre che squarcia le tenebre. Un ambient noise perseverante sulla scia di vuoti malinconici ed incalzanti percussioni che ci ricordano il folk gotico e dark dei Death in June e Sol Invictus, lo slow core di Black Heart Procession, l'incedere free-form di This Heat e Liars. Humpty Dumpty invece è il pezzo della band torinese dal nome impronunciabile abbreviato - si fa per dire- in HMWWAWCIAWCCW?
Una voce catacombale, accordi di chitarra acustica secchi, riverberi sonori e cori. Folk minimalista e cadenzato capace di accordarsi perfettamente con lo spirito di raccoglimento etenista dei Father. Litanie pagane provenienti direttamente dai lembi più indefiniti della nostra psiche, quando si cerca di stabilire un contatto con entità extra sensoriali o si cerca semplicemente di sovrastare la semplice fenomenologia del nostro esistere.
* Ringrazio ancora una volta Antonio De Luca, autentica guida informativa di questo affascinante viaggio e Mauro Modugno, della Brigadisco Records, per tutto il materiale messo a disposizione e per il paziente lavoro di integrazione delle fonti reso in tempo (quasi) reale.