Iceage YOU’RE NOTHING
[Uscita: 19/02/2013]
La nuova era glaciale viene dalla Danimarca. Sapevamo ben poco di questa band, se non che fossero tutti giovanissimi (meno di vent’anni) e suonassero un genuino energetico post punk piu’ vecchio di loro. Le influenze sono quelle di Killing Joke, The Fall, ma anche Joy Division, Wire. L’album “You’re Nothing”, autoprodotto, e’ stato registrato in una vecchia fattoria sull’isola di Møn in Danimarca, dove il gruppo ha passato il tempo ad ascoltare oltre che l’enciclopedia del punk rock anche artisti diversi da Erik Satie ai Dirty Three passando per Bowie e Scott Walker. “You’re Nothing”, esce per l’etichetta Danese Escho e in Europa per la Matador, etichetta storica che ha prodotto artisti come Pavement, Guided by Voices, Yo La Tengo, Mogwai, Cat Power, Belle and Sebastain. Gli Ice Age oltre ad avere le spalle coperte dalla Matador, fanno anche parte della scena punk rock DIY di Copenaghen, un collettivo di gruppi locali che usano le stesse sale di prova e si aiutano a vicenda.
Quello che qui sorprende e’ la maturità musicale di questo giovane gruppo che sembra compendiare nel suo suono la storia del post punk dagli anni 80 fino ai giorni nostri. Il disco si apre con la trascinante Ecstasy. Si continua nel vortice delle veloci e pesanti chitarre di Coalition per una pausa riflessiva e strumentale in Interlude. Burning Hand e Haze sono due pezzi inneggianti alla classica tradizione del punk rock. Morals e’ una ballata allucinata, il nostro pezzo preferito dell’album, dove il frenetico piano riporta in mente quel grande disco che fu “Young Bodies Hel Quickly, You Know” dei sottovalutati The Paper Chase. Se ascoltate il brano, troverete una certa similitudine di ritmo con L’ultima Occasione di Mina, brano al quale il cantante Elias Bender Rønnenfelt si e’ ispirato mentre componeva. Si riparte con il sotterraneo punk rock Everything Drift, per poi incalzare con Wounded Hearts e It might hit First e gli interessanti cambi di ritmo di Rodfæstes. Segue Awake in versione prettamente dark-wave e a chiudere l’epilogo introspettivo di You’re Nothing: “Days in return, yet no recall, nothing wrong, just take the fall, a rush of shame, a nervous touch , since you’re to blame, you see you’re nothing”.
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