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1 Novembre 2019 , ,

Hermetic Brotherhood Of Lux-Or Sex And Dead Cities

2019 - Boring Machines
[Uscita: 25/10/2019]

Forse stavolta si dovrebbe partire dall'immagine ballardiana della cover, prima ancora che dall'allusivo titolo dell'album "Sex And Dead Cities" per provare a penetrare l'ennesimo mistero del duo Hermetic Brotherhood of Lux-Or. Loro sono Mirko Santoru (MS Miroslaw) e Laura Dem e si muovono nella compagine del collettivo Trasponsonic, importante centro promozionale di iniziative artistiche e culturali che sta animando la terra sarda dimostrando fermento, emancipazione e rilettura lucida delle proprie origini. Vengono dalla Sardegna dell'entroterra, per la precisione da Macomer, un paese a 600 metri di altezza dove da sempre si convive con la dicotomia contraddittoria della tradizione arcaica e ancestrale di popolazioni agro-pastorali e quella di fiorente polo industriale ora in piena fase decadente. Ed è proprio la loro terra a conferirgli un carattere originale e marcato. L'identità ibrida e indefinita della città di Macomer proviene direttamente dalla storia, dall'essere stata crocevia tra nord e sud, tra mare e montagna, autoctoni e aragonesi. Abitata fin dal paleolitico con le sue rovine nuragiche è stata sia insediamento punico che territorio dei Bizantini e dei Romani. Nella particolare musica degli HBoL convivono le mille anime della città e del suo territorio polimorfo, il rito etnografico legato alla madre terra e a una religiosità imbevuta di forti elementi pagani, esoterici e magici, la carica e l'energia di un battito industrial figlio delle scorie e dei sedimenti lasciati da anni di tentativi incompiuti per ritrovare specificità. E proprio questa serie di sfaccettature fibrillanti e tensive hanno creato una delle realtà meglio definite e consolidate in ambito psichedelico a rappresentare la nostra Italian Occult Psychedelia. Il loro suono weird folk-core coniuga perfettamente la distopia primitiva, rupestre e preindustriale con la follia visionaria e disincantata del post industriale.  La rottamazione prodotta da uno scontro violento di ambivalenze a cui Ballard attribuiva una fascinazione sensuale e sessuale come raccontato in La mostra delle atrocità e Crash. HBoL coniugano le tracce del passato con una fenomenologia dell'inesplorato e dell'ermetico destinata a rimanere incompiuta. L'abbandono, l'isolamento di un territorio diventa emblema di un irripetibile portato sotto pelle e mortificato dal presente, castrato nel proprio ideale evolutivo. I riverberi della registrazione presso la grotta di Nasprias in To Die In A Decayed Country sembrano quasi respiri ansimanti, inframezzati da battiti selvaggi e droni elettrificati come in una specie di lotta per la sopravvivenza. La sensazione di chiusura e smarrimento claustrofobico è poi alternata da frenesie ritmiche invasate e debordanti che in River Flows From Incinerator fanno pensare al peso insostenibile del rimosso e alla voglia di ritrovare empatia con il respiro della terra. Del resto l'inceneritore presente a Macomer divora pezzi di memoria e cambia la morfologia di un terreno per sua natura roccioso, oppositivo, ostinato e compatto. Trascina nelle sue fauci implacabili qualsiasi velleità di opposizione e di resistenza. In Ruins And Shell Casing il mortifero prende il sopravvento e cala la sua coltre nera su ogni spiraglio di vita e luce. Le scansioni sono meccaniche e le progressioni del tutto robotizzate. Non trapela nemmeno il silenzio dell'annichilimento. Seven Minutes of Nausea presenta ancora traiettorie spigolose ma si avvertono voci umane e orazioni sussurrate. L'intento è di rabbia, di opposizione, di combattimento e passa per un cammino contorto di espiazione e di consapevolezza che poi diventa catarsi. Fear Of The Living è piena di tutti i clangori del riscatto e della voglia di non arrendersi. La forza della sopravvivenza, la determinazione a esplorare dimensioni spirituali capaci di elevare la propria essenza. Un manifesto post apocalittico forte, sentito, impegnato e incazzato che ostenta la sua sinfonia della liberazione e il suo ammonimento sociale come fu nell'immenso capolavoro  "Nail" (1985, Self Immolation) di Foetus o nel non meno sublime "Filth" (1983, Natural Records) degli Swans.

Voto: 7.5/10
Romina Baldoni

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