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28 Febbraio 2015 ,

Caterina Palazzi Sudoku Killer INFANTICIDE

2015 - Auand Records
[Uscita: 26/01/2015]

# Consigliato da Distorsioni

 

Caterina Palazzi Sudoku Killer INFANTICIDESecondo album a distanza di cinque anni da "Sudoku Killer" per la straordinaria contrabbassista romana e per la sua band. Il disco si apre "frippianamente" con un lacerante urlo chitarristico dell'immaginifico e poliedrico Giacomo Ancillotto prima di estendersi in una caleidoscopica suite guidata dall'evocativo sax di Antonio Raia, dalla chitarra di Ancillotto, dalla puntualissima batteria di Maurizio Chiavaro e, ovviamente, dal contrabbasso della band leader. Sudoku Killer esplora dinamiche sonore che spaziano dal jazz rock al grunge spingendosi fino all'informale sonoro. In grande risalto, nel sublime insieme armonico, le eruzioni chitarristiche dell'onirico e al contempo razionale Giacomo e le "voci" del sax di Antonio Raia. L'ascolto è inquietante e meraviglioso. Sonorità anni Settanta si intersecano con rumorismi che vanno ben oltre il presente. Hitori sveglia Tom Waits dal letargo con una base ritmica che sembra rimandare a "Swordfishtrombones" e le chitarre dilaniano o accarezzano al pari dei sax sapienti e disperati. E' oscurità e ricerca di luce, disperazione e ricerca di speranza.

 

caterinaRiff che rasentano il metal, suggestioni che richiamano alla mente echi progressive. E il sensuale contrabbasso della Palazzi ad ammaliarci. Quasi una milonga psichedelica. Vincitrice del Jazzit Award 2010 come miglior compositrice dell'anno e segnalata fra i migliori nuovi talenti Top Jazz nel 2010, 2011, 1012 e 2013 Caterina Palazzi si distingue come artista esemplare nell'unire nella sua musica un'innata sensibilità jazz a sfumature provenienti dal noise, dal rock fino alla musica da film. E Nurikabe esplicita in maniera netta le suggestioni riportate prima, come e ancor di più la stupenda Futoshiki, dissonanze al servizio della creatività, shametecnica cristallina al servizio del genio. La band è solida e libera. La musica scivola luminosa nella sua fuga oscura. Un cucchiaino in un bicchiere di panna. Assolutamente affascinante. Ed è impossibile non pensare all'intro di When the Levee Breaks  dei Led Zeppelin (anche se solo per pochi secondi) prima di perdersi nei fantasmagorici universi sonori della conclusiva Masyu. Il riff del contrabbasso dà vita ad una performance da acid test emozionante quanto intrigante dal punto di vista esecutivo, emozionale, ludico. Una band suona per noi. Una band che si appresta ad affrontare, da protagonista, un tour mondiale. Una band che fa onore alla musica italiana.

Voto: 7/10
Maurizio Galasso

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