DREAM THEATER 22 Luglio 2014, Grugliasco (TO), Le GruVillage
I Dream Theater hanno fatto un concerto nel cortile di un centro commerciale appena fuori Torino. Detta così può sembrare una barzelletta inverosimile, eppure è successo davvero. Nell’ambito della rassegna GruVillage Festival 2014 tra gli ospiti in cartellone c’era anche la storica band americana, progressive metal per eccellenza. Attiva oramai dal 1985, la band cavalca ininterrottamente il successo mondiale grazie ad album che, come “Images and Words” (1992) e “Metropolis Pt.2: Scenes From A Memory” (1999), sono diventati veri e propri pilastri portanti del genere. È alle otto di sera, circa un’ora prima di inizio concerto, che il centro commerciale di Grugliasco si trasforma in una mini arena rock, anche se a dire la verità era tutto il pomeriggio che si respirava l’atmosfera dell’esibizione. Dopo un’ora di boati del pubblico e davanti al sole che tramonta su Torino, la band di Boston esce allo scoperto attaccando con una potente The Enemy Inside, singolo dal loro ultimo omonimo album, subito seguita da The Shattered Fortress, tratta da “Black Clouds & Silver Lightnings” (2009).
Sin dai primi brani i Dream Theater si mostrano in gran forma anche grazie all'ottimo lead vocalist James LaBrie che solitamente è il punto debole dei live della band, mentre qui risulta particolarmente ispirato riuscendo a raggiungere con precisione anche gli acuti più alti. Con l’arrivo di Enigma Machine attenzione è puntata sulla batteria: soprattutto i fan più affezionati hanno infatti faticato ad accettare il cambio di line-up con lo storico Mike Portnoy sostituito dietro le pelli da Mike Mangini. La differenza di tecnica e gusto musicale è evidente agli occhi di tutti, e nel bel mezzo del solo di percussioni in cui il batterista di origini italiane spiazza tutti riuscendo a tenere ben due tempi in contemporanea, uno per ogni mano, si innalza un coro con il suo nome rendendo palese l’affetto da parte dei fan.
Dopo la prima ora e mezza di concerto c’è un intervallo di un quarto d’ora in cui ci si può riposare un attimo, osservando sul maxischermo delle pubblicità ironiche di ipotetiche action-figures raffiguranti i vari membri del gruppo. Anche il secondo set si apre benissimo, con The Mirror, che apre le danze per la celebrazione di “Awake”, capolavoro che oggi compie vent’anni, per poi proseguire con Lifting Shadows of a Dream, sempre tratta dallo stesso album. Giunti alle due ore e mezza di concerto Petrucci e i suoi, con un “Thank you Torino and goodnight” escono dalle scene, ma per volere del pubblico dopo qualche minuto di trepidante attesa tornano sul palco: un’ultima mezzora di bis nella quale rispolverando dei veri e propri masterpieces come Overture 1928 e Finally Free hanno regalato ai 4500 presenti un perfetto finale ad una serata indimenticabile.