Beach Fossils 10 Settembre 2013, Modena, Sun Agostino
Dustin Payseur e suoi Beach Fossils devono proprio amare l’Italia se è vero come è vero che dopo essere stati da noi lo scorso maggio, ritornano per un minitour di tre date a distanza di poco più di tre mesi. E così, non ci facciamo scappare l’occasione di vedere la band di Brooklyn autrice dal 2009 di un indie-rock di stampo shoegaze. La location è il Sun Agostino nel pieno centro di Modena. Il set non prevede band di supporto e quando arriviamo c’è ancora poca gente e i quattro ragazzi di New York si aggirano per le bancarelle nei pressi del palco. Alle 22.30 circa salgono sul palco senza tanto clamore, passando in mezzo al pubblico, che nel frattempo si è fatto più numeroso. Si inizia con Birthday tratta dal nuovo “Clash the truth” durante la quale Dustin spacca subito una corda della sua chitarra. La cosa però fila via in assoluta tranquillità e la band di Payseur sembra piuttosto in palla ed anche il nostro pare rilassato e con la voglia di divertirsi dimostrata anche dalle svariate volte in cui ci chiede come stiamo e ci risponde che lui sta bene e si sente felice di essere qui.
Certo, la risposta del pubblico non è delle più partecipative, ma ci pensano i Fossili a scaldarci con un set che spazia tra i due dischi fino ad ora realizzati con un occhio di riguardo ai brani dell’ultimo album e con una verve chitarristica davvero pregevole. Scorrono così brani come Daydream (loro singolo d’esordio), Generational Synthetic, Youth (tratta dal primo disco omonimo), Careless con il culmine di Clash the truth dove Dustin scende in mezzo al pubblico a cantare sdraiandosi a terra ed urlando “Nothing real, nothing true!” per la gioia dei cellulari dei presenti. Il sound della band è compatto e solidamente ritmato dalla batteria di Tommy Gardner e seppur meno pulito risulta decisamente più coinvolgente che su disco per cui l’impressione generale è decisamente positiva. Dopo un’ora di concerto, si termina con Crashed out (da “Clash the truth”) e Twelve roses sempre dal disco d’esordio, i ragazzi scendono dal palco con la stessa disinvoltura con cui erano saliti e ci lasciano lì in una breve attesa di un encore che non arriva perché Payseur è fatto così ma questa sera ci va benissimo, alla prossima Dustin, di sicuro ci rivedremo presto.
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