Massimo Padalino THE BEATLES: TESTI COMMENTATI 1962-1966/1967-1970
Un nuovo libro sui Beatles? Nooo! Sono addirittura 2? Help! Di sicuro i Fab Four di Liverpool sono sempre un gruppo che tira bene, parlo di vendite, prova ne sono l'esistenza di centinaia di volumi che ne hanno fatto la radiografia completa. Tomi di grandezze smisurate ne hanno narrato vite, morti, due purtroppo ed i più simpatici tra l'altro, e miracoli, quindi sarebbe lecito pensare che ne abbiamo abbastanza. Io almeno la vedrei così. Massimo Padalino, scrittore di rock scrupoloso e dall'illustre curriculum, si aggiunge al lungo elenco degli addetti ai lavori che cercano di trovare qualcosa di nuovo da dire su Lennon & Mc Cartney ma l'operazione ‘sto raschiando il barile’ stavolta non funziona a dovere. Già due ottimi volumi in precedenza avevano raccontato a sufficienza e nel dettaglio le loro canzoni. Il primo è "Revolution in the head: The Beatles' Records and the Sixties" del bravissimo e compianto Ian MacDonald uscito nel 1994, da noi tradotto in "The Beatles: L'opera completa" che analizzava temi e fonte d'origine di ogni singola traccia della band con grande dovizia di particolari.
Di MacDonald ricordiamo che ha avuto il merito di far conoscere a molta gente un personaggio enorme come Nick Drake. Poi molto più recente "Il libro bianco dei Beatles" in pratica un tentativo dell'italiano Franco Zanetti di replicare il successo del libro di cui sopra, aneddoti e storie tratte dall'enorme documentazione che offre al giorno d'oggi internet. C'è da dire che a differenza dei libri appena citati in questi due volumi si parla dei testi delle canzoni dei Beatles, appesantendo ancora di più la lettura del malcapitato lettore. Nonostante i quattro liverpooliani siano sopravvissuti per solo otto anni Padalino e l'Arcana si sono visti costretti a dividere l'opera in due volumi, uno che va dagli esordi fino al 1966, fino al finale di partita del 1970 per un totale di 1000 pagine. Troppe. Siamo al masochismo puro e semplice. Tra l'altro con tutte le belle frasi che si possono trovare nei loro dischi l'autore ha scelto due sottotitoli piuttosto bruttini: “Hey! Hey! Hey!” e “Yeh! Yeh! Yeh!”
Il primo volume si può saltare a piè pari per larga parte vista l'innocenza e banalità di molte liriche delle canzoni incise dal gruppo agli esordi, avranno fatto scalpore all'epoca ma adesso fanno al massimo sorridere, non stiamo parlando di Bob Dylan qui. Insomma tanto per dire robe tipo "Chiudi gli occhi e ti bacerò" oppure "amore sai che ti amo, sarò sempre sincero, allora ti prego amami", "perché non mi interessano molto i soldi, i soldi non possono comprare il mio amore" non hanno bisogno di molti approfondimenti a mio modesto parere. Ma forse non sono abbastanza romantico per capire la grandezza e profondità di tali versi. Padalino ce la mette tutta per creare interesse attorno ad ogni singolo verso ma il tentativo pur lodevole naufraga tristemente. Molto meglio il volume del 1967-1970, il periodo psichedelico ed oltre, dove davvero molti testi sono degni d'attenzione visto i significati nascosti in molte canzoni, quelle più acide in particolare.
Del tutto fuori luogo poi a mio parere l'inserimento del commento a fine libro del cantante Francesco Di Giacomo del BMS che recita così "Non ci casco nella diatriba gossippara su chi era meglio, se i Beatles o i Rolling Stones, troppo più ricchi, musicalmente parlando i primi, più ripetitivi ed a volte scontati i secondi". Intendiamoci se siete fans sfegatati dei quattro accomodatevi pure: l'Arcana ha pensato bene di rivolgersi come suddetto ad un pubblico sicuro, anche se adesso con Internet chiunque può trovare il testo che gli interessa e dargli la propria interpretazione. E' sempre stato così anche nella musica rock e sempre sarà. Al fine è molto meglio lasciarsi abbandonare alle belle melodie che i quattro ci hanno lasciato, che le parole se le porta via il vento.
“morti, due purtroppo ed i più simpatici tra l’altro”
ammazza se Lennon era più simpatico di Ringo e Paul… !!!
“Nonostante i quattro liverpooliani siano sopravvissuti per solo otto anni Padalino e l’Arcana si sono visti costretti a dividere l’opera in due volumi, uno che va dagli esordi fino al 1966, fino al finale di partita del 1970 per un totale di 1000 pagine. Troppe.”
non potrei essere più in disaccordo! Dire che sono stati insieme SOLO OTTO ANNI e quindi che automaticamente bisogna scriverne quantitativamente meno, mi pare la più grossa banalità del mondo.
“Ma purtroppo ci sono pure canzoni d’ipocrisia totale come Revolution che cantata dai 4 magari appoggiati al cofano della Rolls Royce mi provoca notevoli disturbi fisici, sarebbe come se la proponessero adesso il cavaliere, Murdoch, Bill Gates e Steve Jobs se fosse ancora in vita.”
E dire questo vuol dire non saperne nulla, sul significato di quel testo.
Sono solo opinioni, chiaramente!
L.
Intanto una premessa: non si capisce perché quando si scrive qualcosa sui Beatles bisogna sempre mettere i puntini sulle I e guai a parlare male di loro anche se hanno fatto schifezze… Toccare i Beatles è come toccare Gesù ad un evangelico.. Poi passiamo al dettaglio:
1) Siccome in questo paese di m…a esiste ancora un pò di libertà di parola io vedo di sfruttarla. Se per me Lennon era il più simpatico non lo posso scrivere? Se Mc Cartney non lo sopporto (pur essendo stato anche se solo 8 anni un grande songwriter, gli altri 43 (dal 1970 ad oggi) lasciamo stare che è meglio..) che ci posso fare.. Ringo è una nullità e conta pochissimo nell’economia del suono Beatles (per me chiaro!)
2) 1000 pagine per me sono troppe, come detto qui non c’è la poesia di un Bob Dylan ma anche di un Nick Cave che giustifica tutte queste spiegazioni e chiarimenti dell’autore. Certo lui è innamorato del gruppo ed ha fatto il suo, se te o chi legge ama alla follia i Beatles comprate pure il libro, io i miei 50 euro li investo da altre parti o come voglio..
3) Revolution…allora intanto ce ne sono tre ed io sono rimasto sul generico. Non parlavo del testo della canzone è proprio la parola REVOLUTION in bocca a loro che mi da fastidio. molto… tra le altre cose nel 1968/69 era fin troppo furbo e facile creare confusione con una parola così. Lennon stesso nella seconda versione diceva che ci aveva ripensato sull’aderire o meno al movimento rivoluzionario dell’epoca. Prova di questo è la sua apparizione in seguito con spilla di Mao, guanti, basco nero, pugno alzato ecc..
Ho finito per adesso, rispetto la tua opinione certo, no hay problema…
Ricardo Martillos
ho fatto la battuta sui “più simpatici” ma non vuol dire che qualcuno c’ha l’etichetta “SIMPATICO” e qualcun’altro no; è chiaro che era una battuta che finiva lì.
Sulla premessa ti dico che probabilmente (forse, eh!) sui Beatles vengono sempre messi i puntini sulle i perchè sono (sempre probabilmente) un pezzo grosso; si mettono i puntini sulle i pure quando si parla di altri grossi dell’arte.
Mi verrebbe da chiederti qualche titolo del McCartney solista, ma lascio stare.
Su Revolution ti dicevo che era appunto una presa per culo: vedi come ti hanno preso per culo? era quello il loro intento. La furbizia di usare quella parola nel ’68 non era nel senso “famo credere che semo rivoluzionari”. Era semmai ironica proprio su questo fenomeno dell’uso smisurato del termine. Quindi direi che la Rolls royce affianco ci stava divinamente
Ricardo Martillos dice:
Grazie per l’illuminazione ! Il prossimo pezzo sui Beatles lo intitolerò così:
Beatles, il gruppo che prendeva tutti per le mele ! ”
Bello no? non a caso la loro etichetta era la Apple…(!)
Ciao, a presto.