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19 Agosto 2013

Hakan Ostlundh - P. Johansson IL GIALLO SVEDESE: “LA VIPERA” – “LA TEMPESTA”

2013

 

IL GIALLO SVEDESE

Sono libri come questi a farci riflettere sulla grande vitalità del giallo scandinavo e svedese in particolare, sarebbe un errore liquidare libri come questi come prodotti medi, destinati a una lettura estiva non troppo impegnativa, perché essi hanno delle qualità e una capacità di scrittura in grado di soddisfare anche un lettore più esigente. Il motivo per cui oggi questi libri continuano ad attrarre i lettori di tutto il mondo stanno innanzitutto nell'attenzione posta da una parte alla psicologia dei personaggi, alla descrizione accurata dell'ambiente e dall'altra agli aspetti politico-sociali del contesto in cui avviene il crimine. Questi due romanzi ne sono esempi eccellenti: “La Vipera” affronta, dietro un orrendo duplice delitto in una bella residenza nella campagna dell'isola di Gotland, gli inestricabili grovigli della vita familiare, “La Tempesta” ci conduce invece verso i meccanismi del mercato finanziario nell'era di internet. Entrambe le vicende sono laviperaambientate in zone periferiche della provincia agricola svedese.

 

 

LA VIPERA:  Fazi editoretraduzione di Alessandro Bassini, pp.415

“La Vipera” è il secondo romanzo che vede protagonisti Fredrick Broman, detective della polizia di Visby, centro medievale capoluogo dell'isola, e gli altri poliziotti di stanza a Gotland, alle prese col duplice  efferato delitto di una donna e del suo amante, mentre il marito di lei, appena rientrato da un lungo soggiorno in Giappone, è misteriosamente scomparso e viene sospettato del crimine. Una storia cupa, triste e tragica e un'indagine che si rivelerà una discesa negli inferi di rapporti familiari complessi e dolorosi. Bella la descrizione dell'isola che dopo la vivace animazione dell'estate piomba in un autunno grigio e desolato, ma dove Ostlundh dà il meglio è nella sua capacità di scavare dentro le oscure vie dell'animo umano di fronte alle grandi domande della vita, morte, dolore, amore, solitudine, rapporti genitori figli, gelosia. Un giallo bergmaniano: il grande regista si era stabilito a Faro, isoletta a nord di Gotland, per la profondità psicologica nello scandagliare l'animo umano e nella visione di un mondo in cui dio è lontano e indifferente e l'uomo solo con se stesso e con i suoi demoni.

 

LA TEMPESTA:  Newton Comptontraduzione Silvia Monin, pp.328

Con “La Tempesta”, giallo che vira verso il thriller, ci spostiamo a Osby, piccolo centro nel nord della Scania, in una fattoria abitata solo nei mesi estivi viene trovato il cadavere, in gran parte divorato dai tassi, di un forestiero, la polizia brancola nel buio. Costretto dalle circostanze ad occuparsi del caso è Ronny Gustavsson, giornalista che cura la cronaca locale del quotidiano del capoluogo, che vivacchia scrivendo di incidenti stradali,la tempesta interruzioni di corrente e sagre di campagna. Ronny è tornato a Osby dopo aver girato il mondo per vent'anni, aver partecipato alle rivolte studentesche parigine e seguito i corsi di Deleuze e Guattari, ma ora è un cinquantenne solo e sconfitto, come compagne delle sue ore solitarie gli sono rimaste le canzoni di Bob Dylan, Per dipanare l'intricata matassa riallaccia i rapporti con Benigna, donna bella e misteriosa di cui è da sempre innamorato e con cui ha diviso gli anni parigini, e con Lorenz, docente di filosofia a Berlino e anch'egli compagno degli anni della contestazione. Fra il passato che ritorna e la complessa indagine che lo avvicinerà sempre più al mondo segreto e senza scrupoli della finanza, Ronny sarà costretto a fare i conti con se stesso e le sue scelte di vita fino a quando sulla contea di Osby si abbatterà una tempesta di inaudita forza distruttiva, che, se da un lato rafforzerà il senso di comunità degli abitanti, dall'altra porterà alla luce la verità, o almeno la sua parte più appariscente. Due ottimi gialli, due letture piacevoli e di indubbio interesse che confermano il brillante stato di salute del giallo scandinavo, fra l'altro usciti direttamente in edizione economica.

 

Ignazio Gulotta
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