Björk UTOPIA
[Uscita: 24/11/2017]
Islanda #consigliatodadistorsioni
Pochi artisti avant-garde possono vantare visibilità e carisma al pari di un elfo 52enne di Reykjavík che risponde al nome di Björk Guðmundsdóttir e che pubblica il suo nuovo album in studio, dal titolo "Utopia". Nato –come il precedente "Vulnicura" del 2015– dalla stretta collaborazione con il giovane e brillante musicista-produttore venezuelano Arca, che firma con Björk anche 5 delle 14 canzoni dell'album, il nuovo lavoro costituisce un po' la prosecuzione del viaggio musicale intrapreso nel disco precedente: se in "Vulnicura" Björk e Arca rappresentavano il vuoto e la desolazione della solitudine, il deserto dei sentimenti e la voglia di ritornare alla vita (l’artista aveva da poco divorziato), Utopia è il racconto sonoro di un viaggio in terre inesplorate, nuove, e a tratti, paradisiache.
Si potrebbe dire che, se Vulnicura narrava di una malattia prima e di una convalescenza poi, qui siamo di fronte alla storia che segue all'avvenuta guarigione. Come di consueto Björk non si limita a cantare, ma usa la propria voce come un pennello per dipingere complesse trame sonore, utilizzando pienamente le tre ottave di estensione e il ricco vocabolario espressivo di cui è dotata. Ben oltre 70 minuti, in cui la musica si muove in una profusione di suoni della natura e atmosfere ambient, dove la mano di Arca si avverte nettamente. Dal punto di vista compositivo, come anche degli arrangiamenti e del missaggio, siamo in pieno territorio avant-garde pop, senza la benché minima concessione commerciale: l'ascoltatore è avvertito. Ma chi non considera questo fatto come un problema si ritroverà facilmente a perdersi dentro la bellezza eterea di brani come Blissing Me o Losss (con tre s), o a inseguire il complesso intreccio delle trame vocali di Saint, costruito in un modo che ricorda un po' le cose di un'altra grandissima vocalist, Elizabeth Fraser.
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