Pinhas-Ambarchi-Yoshida TIKKUN-WELCOME IN THE VOID
[Uscita: 27/05/2014]
Francia-Australia-Giappone # Consigliati da Distorsioni
Sperimentatore instancabile sin dai tempi della sua prima creatura, gli Heldon, Richard Pinhas ha fatto della radicalità e della coerenza il suo tratto peculiare in quaranta anni di attività. Fu anche allievo ed amico del filosofo Gilles Deleuze. Con la trilogia iniziata nel 2012 che prosegue con questi due lavori, "Tikkun" e "Welcome In The Void", pubblicati in contemporanea dalla Cuneiform Records, il musicista francese vuol farci riflettere sul potere delle macchine e della tecnologia nella politica e nella vita degli uomini, un grido contro la schiavitù.
Tikkun
Richard Pinhas è affiancato da Oren Ambarchi, chitarrista e batterista australiano che ha collaborato con Sunn O))), John Zorn, Jim O’Rourke, alla chitarra, ai due si aggiungono Joe Talia alla batteria, Merzbow loops, noise ed effetti, Duncan Pinhas sequencer, effetti, noise ed Eric Borelva batteria. Musica non facile perché estremamente dura e radicale, rumorosa e distorta che poco o nulla concede al gradevole, spesso è come un pugno nello stomaco che scuote e attanaglia, spalancandoci davanti gli abissi scuri delle nostre società ipertecnologiche e dominate dalla logica del profitto fino a schiacciare la vita degli uomini. Tikkun - il titolo deriva dall’espressione ebraica ‘tikkun olam’ che approssimativamente potremmo tradurre con ‘riparare le rotture del mondo’ - si apre con Washington D.C. T4v1 ed imbocca subito la strada del noise più industriale su un loop di basso; tre note cupe e palpitanti ripetute ossessivamente per tutti i trenta minuti, distorsioni, loop, synth, batteria creano un caos sonoro devastante, poi nel finale la furia sembra placarsi, ma non c’è serenità. Sono i suoni di un luogo desertificato, violentato, la pace terrificante che nega la vita. Sonorità più orientate ad uno space rock scuro e torbido nella successiva Tokyo T4v2, ma qui e nella successiva San Francisco T2v2 il noise industriale di Merzbow rende ancor più ossessivo l’impatto sonoro provocato dai due chitarristi. In un DVD la registrazione di un concerto tenuto a Les Instants Chavires di Parigi da Pinhas e Ambarchi, che per l’occasione si esibisce anche alla batteria.
Welcome In The Void
Si tratta della seconda parte della trilogia “Devolution” - di cui Tikkun non fa parte pur essendovi strettamente legato - che il musicista francese Richard Pinhas aveva iniziato nel 2012 con l’album “Desolation Row”. Suo partner qui è invece Tatsuya Yoshida, batterista dei temibili Ruins, anche lui sperimentatore di lunga data. Welcome In The Void è una lunga composizione divisa in una breve e vulcanica intro e in un lungo strumentale in cui Pinhas e Yoshida si esibiscono per più di un’ora in una torrenziale cascata di chitarre, diavolerie elettroniche e batteria, fra distorsioni, loop, echi. Straordinario il lavoro del giapponese, fantasioso, frenetico, palpitante, ma sempre molto controllato sui tempi e sui ritmi, mentre la chitarra di Pinhas improvvisa fra distorsioni, drone e loop creando un’atmosfera torrida e inquieta che serpeggia per tutto il brano. E’ una musica da distopia orwelliana o da rutilante colonna sonora per gli incubi della “Metropolis” di Fritz Lang.
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