Jeff Parker Suite For Max Brown
[Uscita: 24/01/2020]
Jeff Parker non è soltanto il chitarrista post-rock dei Tortoise che tutti conoscono, è anche la mente di numerosi progetti a suo nome nei quali spesso è sempre lui a suonare tutti gli strumenti, come fa in diverse tracce di questa "Suite For Max Brown", due volte con brevi interventi di sampling, C'mon Now, 25 secondi che ripercorrono velocemente The Happy Song (Dum Dum) di Otis Redding, con la voce di quest'ultimo che passa in un dub fugace e come proveniente da un passato profetico, e Metamorphoses, un esperimento sonoro con il glockenspiel su una base elettronica. Da una goliardica melodia iniziale (Build A Nest) cantata da Ruby Parker, si entra in un viaggio psichedelico in crescendo che si afferma nel loop di Fusion Swirl e culmina nella rilettura in chiave elettrica della struggente ballad di Coltrane, After The Rain, in cui per la prima volta nel disco compare parte della band, la sua The New Breed. Questa si allarga con due ospiti d'eccezione, anch'essi della intensamente prolifica scena chicagoana come Parker, Rob Mazurek e Makaya Mcraven, in Gnarciss, rivisitazione del Black Narcissus di Joe Henderson. Seguono altri due brevi interventi in duo con il bassista Paul Bryan e poi le altre tre tracce finali, tra cui la lunga e conclusiva Max Brown, nelle quali Parker fa ritorno al suo strumento principe per suggellare lo spirito afroamericano della ripetizione che connota ancora una volta l'intero suo lavoro al di sopra delle cadenze funky e dell'elettronica. Max Brown è un fiorire rigoglioso di interventi su un giro armonico che si ripete costante, lento e sospeso su sé stesso, restituendoci l'immagine di una forma circolare ripercorsa fino alla stasi finale dell'ultimo ripetuto arpeggio di chitarra. "Suite For Max Brown", lavoro che Parker dedica alla madre, è un'altra perla della International Anthem Recording Co., l'etichetta di Chicago (in questo caso in collaborazione con la Nonesuch) che produce la gran parte dei migliori musicisti di quella città, uno dei punti che congiungendosi agli altri due, New York e Londra, forma il triangolo ideale della scena innovativa musicale, di derivazione afroamericana, del momento.
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