Dead Can Dance IN CONCERT
[Uscita: 26/04/2013]
È sempre un emozione ascoltare la musica dei Dead Can Dance. Gruppo simbolo degli anni '80, dopo una lunga separazione, durante la quale Lisa Gerrard ha avuto un successo planetario come autrice di colonne sonore, in verità non sempre interessanti, e Brendan Parry ha continuato un lavoro oscuro come compositore, sono tornati alla ribalta lo scorso anno con un disco di inediti acclamato dalla critica, “Anastasis”. Il ritorno viene suggellato da un doppio CD o triplo vinile dal vivo, come usava negli anni '70. L'inizio già è da brividi: “Children of the sun”, brano dal disco più recente, riprende lo stile più classico del gruppo: tastiere solenni, ieratiche sezioni orchestrali e poi la voce profetica di Brendan. Che la voce da contralto di Lisa Gerrard sia sublime non ci sono dubbi, ma è il caso di spezzare una lancia anche a favore del suo partner artistico: nei primissimi album appariva un po' monocorde, ma poi è cresciuto enormemente come autore e interprete, col tempo anche la voce e lo stile canoro di Parry si sono fatti fortemente suggestivi, facendo così dell'alternarsi delle due voci e degli stili compositivi un punto di forza del gruppo. Col secondo brano Anabasis il proscenio tocca a Lisa, e cominciano quelle atmosfere mediorientali mescolate con l'elettronica che decine di gruppi hanno copiato dal duo australiano facendo fortuna, ma che i Dead Can Dance, non dimentichiamolo, hanno inventato.
Appena parte l'intro percussivo di Rakim, da “Towards the within”, si sente esplodere il pubblico in un'ovazione e si rimpiange di non essere là, in quel momento. Ecco, se un rilievo negativo si può fare a questo disco live, è che prende troppo dal repertorio più recente. “Anastasis” è ripreso in toto, dal periodo più ispirato del gruppo è ripresa solo The host of Seraphim, tratta dallo splendido “The serpent's egg”. Solo nei bis tornano al loro passato più remoto con Dreams made flesh, dal primo, indimenticabile, album dei This Mortal Coil, quindi Brendan si cimenta con Song to the Siren di Tim Buckley, e l'interpretazione è assolutamente all'altezza dell'originale. L'altro inedito in regalo è un traditional arabo, Lamma Bada, anche questo nell'interpretazione di Parry. Ma la competenza musicale del duo è tale che è molto difficile distinguere se un brano sia una composizione propria o sia tratto dal repertorio tradizionale o da qualche autore da un lontano passato: Lisa e Brendan, partiti dal più classico dark dell'epoca, si sono talmente appropriati delle musiche del mondo da diventare punto di riferimento e nuovi classici essi stessi. “Anastasis” significa resurrezione, e queste ultime uscite, in studio e dal vivo, ci riportano ai massimi splendori una band che è già nella leggenda.
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