Godflesh DECLINE & FALL EP
[Uscita: 02/06/2014]
# Consigliato da Distorsioni
Justin K Broadrick è un musicista inglese noto per aver fondato i Godflesh e i Jesu oltre ad aver collaborato ad una infinità di progetti paralleli. I Godflesh nascono nel 1988 con l’idea di mescolare insieme l’hardcore punk (Crass), l’industrial (Throbbing Gristle) ed il nuovo punk (Killing Joke) in una miscela che sarebbe diventata il manifesto dell’ industrial metal ("heaviest band in existence" ebbe a dire qualcuno). "Streetcleaner" (1988), album d’esordio e pietra miliare, mostra in copertina una scena di crocifissione che diviene metafora dell’esistenza intesa come luogo di sofferenza e angoscia. Negli album successivi ("Pure" 1992, "Selfless" 1994, "Songs of Love and Hate" 1996, "Us and Them" 1999 ed "Hymns" 2001) il tema della corpo/carne rimane sempre centrale, sia nell’idea che il Cristo sulla croce costituisca un luogo di incontro privilegiato dell’uomo con la trascendenza, sia nell’ipotesi di un superamento nichilista della corporeità, ripresa prepotentemente anche nell’ultimo “Posthuman” (2012) rilasciato con lo pseudonimo JK Flesh. “Decline and Fall” è il primo lavoro dei Godflesh rilasciato dopo la reunion del 2010.
L’eredità di "Hymns" è confluita nel progetto Jesu, nel quale Justin Broadrick ha continuato a esplorare la trascendenza con un approccio più spirituale. Decline and Fall è un ritorno alla brutalità meccanica di Streetcleaner, depurata dalle scorie sonore e sublimata nell’essenza minimalista. L’EP anticipa l’uscita dell’attesissimo full-length "A World Lit Only by Fire", annunciato per il 6 ottobre. Anche in questo caso, la band di Birmingham utilizza il formato EP per gestire materiale contiguo al progetto principale, cosi com’è avvenuto con “Cold World” (1991), splendido affresco metafisico dell’angoscia esistenziale e con “Merciless” (1994), in cui spicca l’altrettanto splendida Flowers. Decline and Fall prende avvio dal minimalismo ipnotico di Ringer, scandito con una brutalità aggressiva capace di attrarre come una calamita. Dogbite e Playing with Fire giocano sul contrasto tra un groove industrial molto magnetico e vocals particolarmente dissonanti, mentre la conclusiva Decline & Fall amplifica il carattere minimale e monolitico dell’EP. Gran ritorno per una band monumentale.
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