Milo Scaglioni A SIMPLE PRESENT
[Uscita: 23/09/2016]
Italia-Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Dopo aver lavorato più volte in cooperativa, (Thee Elephant, The Beep Seals, Jim Noir, Jennifer Gentle, Roberto Dellera, Sonic Jesus), Milo Scaglioni apre bottega in proprio proponendo alla clientela una bella dose di musica cantautorale di ottima qualità. Si canta in inglese, padroneggiando al meglio la lingua, vista la decennale permanenza in quel di Manchester, città d’adozione del musicista lombardo, e sotto la guida di alcuni padri ispiratori che ci sembra di intuire, tra le delicate trame di queste belle dieci canzoni, nei nomi del soffuso Nick Drake, del più trasversale Syd Barrett, del malinconico Elliott Smith e facendo un balzo oltreoceano nelle più pacate ritmiche di Neil Young, Scaglioni ci racconta un po’ di storie soft che accarezzano i sensi con la tenue soavità della delicatezza. In Sea of Mistery ritroviamo infatti l’incipit ritmico di Out On The Weekend del cantautore canadese così come nella countryeggiante Black Dog N° 7. Elliott Smith invece occhieggia nascosto dietro un angolo nella bellissima e chitarristicamente acustica Baffled Mirror e nella dolce e pianistica Letter For pretty. Altre piccole citazioni più o meno (in)consapevoli sono da ricercare nella splendida e obliqua Stone Cold Sober punteggiata da un etereo sax soprano che avrebbe fatto la felicità di Kevin Ayers, e nella Barrettiana, The First, The Second and The last.
E se il luccichio adamantino si distingue in particolare in brevissime gemme quali Place Your best o Taller On That Tree, é nella conclusiva Enough Is Not Enough che Milo Scaglioni spiazza tutti trasformando una magnifica ballata acustica in una cavalcata psichedelica di oltre otto minuti che nel suo incedere psyco-soft anni sessanta si divide tra west-coast californiana e il liberismo free dei primissimi Pink Floyd, in un coacervo strumentale dove gli ottimi musicisti accompagnatori si accavallano, si susseguono e si inseguono felicemente. Tra questi, Roberto Dellera (Afterhours, The Winstons) ricambia recenti cortesie suonando il basso in cinque brani, Enrico Gabrielli (già con Calibro 35, The Winstons e P.J. Harvey) suona tastiere e fiati, Lino Gitto (ancora dei The Winstons) si prodiga alla batteria e all’organo, mentre a Gianluca De Rubertis viene affidato il piano in più di una canzone e a Simone Prudenzano alcune percussioni. Dopo le molteplici collaborazioni, l’esordio felice e vincente nel panorama del songwriting internazionale di Milo Scaglioni, come protagonista di un album delicato e senza incertezze.
ciao milo bellissimo nella canzone enough is not enough ricodi tantissimo i primi pink con sid, veramente bravo