Oneida A LIST OF BURNING MOUNTAINS
[Uscita: 13/11/2012]
Oneida è la band che nel 2002 ha contribuito con “Each One Teach One” a spingere inesorabilmente in avanti il processo di decostruzione del rock. L’uso smodato della ripetizione e l’approccio postmoderno alla costruzione ha consentito al quintetto di Brooklyn di affermarsi rapidamente come una delle realtà più interessanti del panorama indipendente, capace di mescolare e stravolgere la psichedelia, il krautrock, l’elettronica, il minimalismo e la sperimentazione in una miscela tanto unica quanto estrema. Con l’album “Absolute II” (2011), che chiude la trilogia “Thank Your Parents“, gli Oneida sono approdati a sonorità più astratte ed informali. “A List of the Burning Mountains” si inserisce in quest’ultima fase della loro produzione, caratterizzata da improvvisazioni e sperimentazioni in jam di lunga durata, in cui una psichedelia minimale è disciolta in una sostanza sonora amorfa ed informe.
L’album contiene due brani entrambi di durata leggermente inferiore ai venti minuti: il primo è caratterizzato da un flusso dronico dalle cadenze free-jazz, mentre il secondo pur mantenendo elevato il livello di astrazione recupera un po’ di ritmo attraverso l’uso dei sintetizzatori e della batteria. La strada tracciata è quella delle lunghe jam di improvvisazione denominate “Ocropolis”, caratterizzate da sonorità minimali, ripetitive, lentamente variabili nel tempo. Il concerto live “Ocropolis” della durata di dieci ore tenuto dagli Oneida nel 2010 all’ATP Festival di Minehead (l’edizione curata dai Godspeed You! Black Emperor, tanto per capirci) è stato un evento per certi versi straordinario. E’ questa la linea progettuale su cui sta lavorando in questi ultimi anni la band di Brooklyn. Ma non è certamente facile riuscire a trasferire sul disco l’intensità di quelle performance live e “A List of the Burning Mountains” pur essendo un disco interessante non sarà annoverato, probabilmente, come uno dei migliori lavori della band newyorkese.
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