Charlemagne Palestine-Rhys Chatham YOUUU + MEE = WEEE
USA #consigliatodadistorsioni
Che il virtuoso musicista e compositore americano Martin Charles, in arte Charlemagne Palestine, incontri un altro grande esponente della scena sperimentale a stelle e strisce, Rhys Chatham, è già di per sé un avvenimento degno di soverchia nota. Che poi la loro collaborazione si coaguli attorno a un progetto di portata quasi biblica, come questo monumentale magma sonoro in triplo cd, “Youuu + Mee = Wee”, per la meritoria Sub Rosa, attribuisce al tutto lo stigma dell’eccezionalità. Entrambi provenienti dalla scena minimalistica, lato sensu, americana, in stretti rapporti di partnership artistica con figure del calibro di La Monte Young, col suo mirabolante progetto del Theater Of Eternal Music, o di Morton Subotnick, o, ancora, del grande Philip Glass, di Steve Reich, i due - più Chatham invero - non hanno disdegnato conati di collaborazione col mondo più ostico del rock sperimentale del noise e della no wave newyorkesi (Tony Conrad, Michael Gira). Presenti anche con prestigiose apparizioni in progetti di estrazione classica (Glenn Gould, Gustav Leonhardt). In questo fluviale triplo cd, i due rimarchevoli artisti si cimentano nella costruzione di architetture di liquida dissonanza, con tre tracce complessive, First, Second, Third, una per ciascun cd, per un totale di ben centosessantasei minuti, che contemplano Charlemagne Palestine al piano “preparato”, all’organo elettrico e alle tastiere e Rhys Chatham alla chitarra e alla tromba, suonata obliquamente e schermata secondo matrici elettroniche.
L’esito è un mantra sonoro senza soluzione di continuità che coniuga tutti i canonici dettami della scena minimalistica classica con scale armoniche di ascendenza indiana. Un tappeto musicale ebbro di sinuose e accattivanti evoluzioni, di circolarità ossessiva, di frammentazioni improvvise di taglio spiraliforme, di quando in quando punteggiate dagli intarsi vocali, da sciamano, del prode Palestine. L’effetto è quello di una morbida devastazione cerebrale, un uovo di crema musicale che si scioglie tra le sinapsi regalando quiete. Atmosfere di grande suggestione interiore, veri e propri paesaggi spirituali intrisi di cromatismi crepuscolari, con una prima parte più rettilinea, First, dominata più dal piano di Palestine e dalla tromba di Chatham, una seconda sovrastata dalle tastiere elettroniche e dalla chitarra distonica, a creare effetti chiaroscurali di mero smarrimento da sinestesia minimalistica, una terza, Third, sostenuta da architravi di tastiere e tromba, con inserti di piano “cageano” a tramarne diabolicamente il tessuto. Un lavoro di estrema possanza espressiva, greve come un muro di tufo armonico ma al contempo venato di linee di purezza marmorea, di preziose e celliniane cesellature musicali. Sontuoso.
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