The Whip Hand SOMETIMES, WE ARE
Corre veloce il pensiero dei Whip Hand. Il quartetto pugliese di Luca Occhionigro, Gianni Ricchiuti, Francesco Adduce e Gianluca Muti si immerge in un rock che tintinna come certi REM, possiede a tratti l'urgenza dei primi U2, ma soprattutto guarda a quegli anni '80 in cui si usciva dal frastuono punk a suon di esistenzialismo e introversioni. Paragoni troppo impegnativi a parte, la proposta è ben scritta ed interpretata con fluida competenza; ben prodotta: l'impasto di chitarra affilata e tastiere algide ha una sua eleganza alternativa, che scorre dal dream pop allo shoegaze più leggero e meno distorto, con una spiccata predilezione per le atmosfere elettriche ma intime allo stesso tempo: uno stile che sembrava perduto alle soglie degli anni ‘90, ma che si sta riproponendo nel sottobosco più cool. Piacevole assai.
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