AA.VV. REINCIAMPANDO ATTO PRIMO
Ripubblicato a distanza di più di vent'anni questo doppio album fortemente voluto da Giuseppe De Grassi, è la testimonianza ancora viva di due concerti tenutisi il primo al Teatro Argentina e il secondo al Teatro Brancaccio di Roma rispettivamente nel 1990 e nel 1995. Molto più di un omaggio a Piero Ciampi da parte di alcuni fra i più importanti artisti italiani dell'epoca e di oggi. Inizio emozionante con pochi versi di Notte declamati dallo stesso Piero. E poi versioni da brivido di Tutte le carte in regola di Lucio Dalla, Più di così no di Teresa de Sio, Lupo solitario di un grande Enzo Gragnaniello e soprattutto una struggente Livorno offertaci da un immenso James Senese. Ernesto Bassignano commuove e si commuove in Sentirti. La desaparecida Mariella Nava rende giustizia a se stessa e all'autore con una splendida versione di Lungo treno del sud. Poca cosa la Bambino mio della jazzy allora di moda Rossana Casale. Un duro lavoro mettere insieme anime e sensibilità diverse. Ventiquattro anni dopo ancora più apprezzabile. Francesco Baccini rende omaggio più al se stesso dell'epoca che alla allora misconosciuta Don Chisciotte del Maestro.
Ci si può chiedere che senso abbia questo disco ora. Ascoltiamo allora la magnifica Tu no di Gino Paoli e l'immaginifica Confiteor di Nada o le devote Diario di Bobo Rondelli e il blues Stai attento di Dodi Rondelli e Marco Ongaro. Fedelissima e sincera Il vino del solo Marco Ongaro. Quando Zucchero si appropriò di un verso di Piero (era il 1989) e ne fece un pezzo di successo, nessuno o quasi si ricordava del vecchio cantore di Livorno. Ascoltate Albergo e la voce sporca di vita di Ottavia Fusco, sono suoni e immagini di altri tempi eppure attuali o la bella Cancro alla gola dei grandi Mazapegul. Ci stanno anche i miseri Sensasciou (UB40 in minore) con la loro barbiturica versione di Caro amore. Ottimi Stefano Lazzarini (Il nome della rosa) e i Rosso Maltese con Mauro Pagani alle prese con La terra vista da Piero, Carlo Scala con Non credermi mai. L'inutile Grazia di Michele (Senti). Lo stucchevole Pino Pavone (Maledetti amici). A cosa serve? Forse a far conoscere un musicista ed un autore pronto ad entrare nell'anima senza bussare. E Ambrogio Sparagna esalta con Dio t'aiuti. Venti celtici o mediterranei soffiano su Livorno. La voce cavernosa di Massimo Bizzarri: “fra il vino e l'amore quella sera scegliemmo l'amore” ci offre i pochi secondi di Un modo c'è/Ex Abrupto. Giovanissimo e magnificamente waitsiano il Capossela di E' sfuggito l'amore. Assolutamente stupenda la Vita proibita degli Yo Yo Mundi. Un disco per vecchi cuori, ancora giovani. Un disco per giovani che vogliono conoscere quello che c'è stato prima.
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