Fabio Biale LA SOSTENIBILE ESSENZA DELLA LEGGERA
Questo disco è l'esordio da solista di Fabio Biale, che gli appassionati liguri di musica conoscono senz'altro come polistrumentista, soprattutto violinista, con Zibba e Alma Libre (i freschi vincitori della Targa Tenco), I Liguriani (supergruppo folk con membri di Birkin Tree e altri) e Amici di Django, nonché come direttore artistico delle Celtic Nights a Toirano. Sono dieci canzoni scritte nell'arco di tutta la vita artistica di Fabio, dalla prima pensata a sedici anni (cioè nel 1996) come regalo per un'amica alla più recente composta pochi mesi fa per celebrare un evento. Chi si basasse sulle precedenti esperienze di Fabio può restare sorpreso dalla sua opera solista: è un disco a tratti molto rock, con chitarre acide, come in Emily, ballata il cui testo è tratto da Emily Bronte, molto americana nelle situazioni evocate dalle chitarre, che farebbero pensare a Neil Young, oppure l'unica cover presente, Psycho killer dei Talking Heads, col testo tradotto in italiano ma fedelmente all'originale e un bel finale strumentale dove il violino dialoga con la chitarra wah wah.
Non mancano però i brani swinganti, come l'iniziale Al mio funerale, che si fa apprezzare anche per l'ironia contenuta nel testo, merce rara in un mondo troppo pieno di autoproclamati vati e santoni. A volte però la poesia prende potere, come in Canzone d'amore per un nonno addormentato, cioè malato di Alzheimer. Tema ricorrente nei testi: la continua guerra tra i sessi, che a volte si chiude in pareggio, vedi Il fiore non colto, a volte sezionata spietatamente. La romantica Gesti potrebbe essere un hit se le radio tenessero conto delle produzioni indipendenti. Molto delicata e pure questa sulla scia del grande cantautore canadese Il mio amico matto, dedicata ad un personaggio reale. Fabio Biale canta, bene, e suona chitarra, violino, tastiere, cucchiaini (usati come nacchere) e sega da boscaiolo, regalo di un amico folgorato da un video su you tube e non scimmiottamento di alcune band underground d'oltreoceano. Tecnicamente validi anche i collaboratori tra cui si segnalano Stefano Riggi, sax, e Stefano Ronchi, chitarra solista, degli Alma Libre. Il lavoro grafico è di Alex Raso. Un bel disco che consiglio a tutti coloro che amano scandagliare gli anfratti della provincia alla ricerca della buona musica.
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