LA “359 MUSIC” DI ALAN MCGEE COMPIE UN ANNO
Il processo che ha portato Alan McGee alla creazione della 359 Music è sicuramente fuori dall'ordinario per questi tempi. La sua persona incarna la figura mitologica e ormai scomparsa del talent-scout: una presenza defilata, un uomo in nero nascosto dal cappello, che si aggira per i club in cerca di band sconosciute e talentuose da lanciare. Sicuramente tutta la sua carriera testimonia che Alan McGee è un produttore che sa assumersi dei rischi: The Jesus & Mary Chain, Primal Scream, My Bloody Valentine e Oasis (di cui McGee ha vaticinato una reunion nel 2016). Gruppi apparentemente lontani ma che in realtà si basano tutti su due presupposti: inserirsi nel solco dell'epopea rock 'n roll, e la sensazione di pancia. Tutte esperienze raccolte e raccontate nella sua autobiografia “Creation Stories”. Non è comune dunque che un produttore di questa portata si ritiri per cinque anni vivendo isolato in una località rurale del Galles, e invece di accettare l'incarico da parte di una major giapponese si butti in un progetto di un'etichetta indipendente, in collaborazione con Iain McNay della Cherry Red Records. Quindi non lo vedremo mai nella giuria di qualche talent show, fortunatamente.
“Mi sono reso conto che non volevo tornare alla musica tramite una major – non è quello a cui appartengo (…). Ho iniziato con la Cherry Red nel 1980, ancora mi mandano regolarmente gli assegni per le canzoni che scrissi allora. Per me questo è un segno di onestà e scrupolo. Per me ha senso e mi stimola – è dove ho iniziato e dove avrò quella che probabilmente sarà la mia ultima etichetta”.
Una (in)sana passione per la musica quindi è l'elemento chiave per interpretare gli obiettivi di questa nuova etichetta, lanciata esattamente un anno fa, nel maggio del 2013. Lo scopo è quello di trovare nuovi artisti che abbiano qualcosa da dire, e talenti più maturi finora “ignorati dal sistema”, per dirla con le parole di McGee. La 359 Music non è nostalgia, si basa sulle nuove possibilità offerte dall'era digitale. Infatti, anche il mese scorso, è apparso sul sito un annuncio in forma di video dove lo stesso McGee si appella agli artisti con un album da proporre, invitandoli a mandare musica e link ad un indirizzo e-mail. Possiamo dire che il vero miracolo del web 2.0, del web democratico che avrebbe potuto fare a meno delle major, al momento sono stati solo gli Arctic Monkeys, che si sono autopromossi tramite MySpace quando era un social network e non un relitto virtuale. Quello proposto da McGee è un altro modo di poter declinare al positivo una modalità che per ora ha creato solo una saturazione, peggiorata dalla diffusione inesorabile dell'ascolto distratto e dal calo di attenzione verso qualsiasi nuova uscita, fenomeno che non risparmia neppure celebrità pop planetarie come Beyoncé, come di recente ha notato il The Guardian.
Partito con l'intenzione di avere 25 artisti pronti per il periodo natalizio, il tiro è stato un po' aggiustato con una decina di nomi al momento parte dell'esperienza 359 Music. Troviamo Chris Grant, scoperto da McGee su MySpace nel 2007, e che presenta come degno successore della tradizione musicale di Liverpool, avvicinandosi alla purezza degli esordi degli Echo & The Bunnymen, Gun Club Cemetery, che richiamano immediatamente alla mente gli Oasis e tutta una tradizione di rock britannico, così come Pete MacLeod, mentre l'alternative riverberato è rappresentato dalla canadese Tess Parks. C'è anche spazio per l'enfant prodige John Lennon McCullagh (c'è da dire che con un nome così, parti avvantaggiato), di sedici anni, che ha colpito l'attenzione del produttore per la maturità dei brani, ed il paragone con un giovane Dylan arriva immediato. Ma c'è posto anche per suoni elettro-pop più contemporanei con Mineral (prodotti dopo l'invio dei loro brani per e-mail) e il francese Sourya, il pop californiano con Mz. Moxy, il cantautorato di Jaq Gallier. Gli ultimi eletti sono gli Alias Kid di Manchester. Il roster della 359 Records ci conferma che non ci sono barriere né di genere musicale né di provenienza. E che ne pensa McGee dell'Italia? In un'intervista concessa a Rumore qualche mese fa dichiara:“non mi viene in mente nessun gruppo italiano che spicchi al di sopra degli altri ma la musica in Italia è molto valida in questo momento. Ci sono ottimi gruppi di rock’n’roll”.
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