Beaches Brew Festival: The Dream Syndicate – Dirty Beaches – White Fence 28 Maggio 2013, Hana-Bi, Marina di Ravenna
Ci sono festival e festival e il Beaches Brew dell’Hana-Bi di Marina di Ravenna è uno di quelli da lodare in maniera incondizionata, vuoi per la location fantastica (un mini palco con vista sulla spiaggia con gli ombrelloni e le sedie a sdraio a dare, nella luce serale un che di astrattamente magico), vuoi perché l’ingresso a tutte le serate è gratuito, perché hai i musicisti a tipo 50 cm da te e per concludere, perché la proposta qualitativa è davvero notevole. La serata a cui ho assistito prevedeva infatti i californiani White Fence, il taiwanese ormai canadese di adozione Alex Zhang Hungtai noto con il moniker di Dirty Beaches e, piatto forte della serata, i riformati Dream Syndicate di Steve Wynn. Quando arrivo sono quasi le 21 e dopo poco attaccano il loro set White Fence. La band del chitarrista/cantante Timothy Presley è autrice di un buon psychedelic-pop davvero ben suonato e coinvolgente al punto giusto. Il set dura circa cinquanta minuti che passano in maniera piacevole. Cambio palco e salgono i Dirty Beaches, formazione a tre con Alex Zhang Hungtai alla voce e chitarra a proporci il suo sound fatto di elettronica minimale, urla di sofferenza dall’ispirazione cinematica dei film di Wong Kar-wai, alla ricerca di un qualcosa di indefinito. Non esattamente il nostro genere a dire il vero, ma comunque un set interessante e seguito con attenzione dal pubblico accorso piuttosto numeroso.
Sono le 23 e sul palco salgono The Dream Syndicate, formazione a quattro con Steve Wynn alla chitarra e voce, Dennis Duck alla batteria, Mark Walton al basso e Jason Victor alla chitarra. Attaccano con See that my grave is kept clean e subito il pubblico si dimostra entusiasta. Personalmente mi ritrovo Victor ad un palmo di distanza e per tutta la durata del concerto sarà davvero fantastico vedere le evoluzioni chitarristiche di questo signore ad una distanza così ravvicinata. Il suono del gruppo ripercorre in un’ora e mezza e una quindicina di brani (i dodici inizialmente previsti dalla scaletta più tre encore dovuti ad un pubblico che li richiama a gran voce sul palco) tutta la loro carriera, passando da Boston a Bullet with my name on it, Tell me when it’s over, Forest for the Trees, Burn arrivando ad una bellissima That’s what you always say. La voce di Wynn, davvero stupito per la calda accoglienza riservatagli, appare ancora incisiva e profonda, capace di trasportarti negli Stati Uniti più rurali, accompagnarti a bere un caffè in una tavola calda di una polverosa highway, mentre il basso di Walton e la batteria di Duck scandiscono il battito del cuore dell’America più nascosta. La menzione speciale però, e che rende questo live davvero speciale, è la funambolica chitarra di Jason Victo: raramente si è visti un chitarrista suonare così, posseduto dal fuoco del desert sound più acido e sporco che possiate immaginare, contribuire così a rendere davvero unico questo live. E’ mezzanotte e mezza, ci allontaniamo e ripensiamo ad un concerto davvero bello e coinvolgente andato oltre le nostre aspettative, suonato alla grande e partecipato, se dovessero capitare dalle vostre parti non fateveli scappare!
SETLIST DREAM SYNDICATE
See That My Grave Is Kept Clean
Daddy’s Girl
Forest For The Trees
Burn
Tell Me When It’s Over
Definitely Clean
That’s What You Always Say
50 In A 25 Zone
Now I Ride Alone
The Side You’ll Never Show
Bullet With My Name On It
The Medicine Show
Halloween
Boston
The Days Of Wine And Roses
When You Smile
John Coltrane Stereo Blues
Merrittville
Let It Rain
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