Thomas Brinkmann WHAT YOU HEAR (IS WHAT YOU HEAR)
[Uscita: 24/05/2015]
Germania #consigliatodadistorsioni
Disquisire di un album di Thomas Brinkmann, acuto e algido produttore di glaciali sonorità elettroniche, più che una questione di penetrazione nel mero tessuto dell’ascolto rappresenta un’operazione ermeneutica di assoluta complessità. Nella sua coerente carriera di indefesso sperimentatore di percorsi scavati nello stesso concetto di suono, il Nostro non si perita minimamente di concedere codici interpretativi all’ascoltatore. Ne scaturisce un nuovo album che già sin dal titolo, “What You Hear (Is What You Hear)”, e per tutto il nastro periglioso degli undici suoi frammenti, tende a essere un manifesto di elettronica pura, non contaminata da inflessioni di semantica musicale, irredimibilmente concettuale. Un algoritmo esteso lungo virtuali fili stesi sull’abisso.
Dal breve frammento vitreo di Ziegelrot al ruvido tappeto magnetico di Kadmiungelb; dall’ossessione percussiva di matrice “reichiana” di Agent Orange alla cascata di note sincopate e metalliche, sferule di senso nascosto ai più, di Purpurrot. Ai confini di un universo svuotato di umani riferimenti, si situa l’incubo industriale di Perinon, seguito dalla riemersione in terre alonate da purpurei riflessi ambient (Bleiweiss), e dal trapano siderale di Graphit, undici minuti di maniacale perforazione di materia stellare. L’incipit di una chitarra elettrica in distorsione, unica forma di vita apparente e destinata allo scacco in un contesto di distruzione sonica (Oxidrot), sigilla un album che contempla l’annientamento d’ogni forma nella matrice spezzata del cosmo.
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